Grazie a una semplice funzione open source, le persone con problemi nel riconoscimento dei colori possono impostare il loro tipo di deficit daltonico e ottenere una versione perfettamente leggibile dell’immagine selezionata.
Un gruppo di ricerca guidato da studiosi dell’Università di Bologna ha ideato un sistema che permette alle persone daltoniche di visualizzare e comprendere correttamente le mappe, modificando in modo automatico i colori presenti al loro interno.
L’innovazione – presentata in un articolo pubblicato sulla rivista Ecological Informatics – è open source e basata sul software R, uno dei più utilizzati per realizzare analisi statistiche e visualizzazioni di dati: a partire da un’immagine, le persone con problemi nel riconoscimento dei colori possono impostare il loro tipo di deficit daltonico e ottenere immediatamente una versione di quella stessa immagine compatibile con il loro problema, e quindi perfettamente leggibile.
“Questa soluzione è un passo fondamentale verso la riduzione dello sforzo richiesto alle persone daltoniche per leggere e interpretare grafici e mappe“, spiega Duccio Rocchini, professore al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna e primo autore dello studio. “E diventa ancora più rilevante se consideriamo che si tratta di una semplice funzione che si può attivare in un ambiente libero e open source e può essere utilizzata per qualunque tipo di grafico o di immagine“.
Le mappe sono uno strumento fondamentale tanto nella vita di tutti i giorni, ad esempio per pianificare i nostri spostamenti, che nel campo della formazione e della ricerca, per visualizzare in modo immediato e facilmente comprensibile una serie complessa di informazioni. In questo senso, un aspetto fondamentale della loro efficacia è l’utilizzo dei colori, a cui di volta in volta vengono associati significati specifici. Ma che possono rivelarsi un problema quando a dover leggere le mappe sono persone daltoniche.
Il daltonismo – chiamato anche “cecità ai colori” – è un’anomalia visiva di natura prevalentemente genetica che implica un’alterata percezione di alcuni colori. Si stima che nel mondo colpisca circa il 5% della popolazione (circa l’8% degli uomini e l’1% delle donne). Le tipologie di errate percezioni del colore legate al daltonismo sono essenzialmente tre: la protanopia, cioè l’incapacità di percepire il colore rosso, la deuteranopia, cioè l’incapacità di riconoscere il colore verde, e la tritanopia, cioè l’incapacità di distinguere il colore blu.
Per permettere anche alle persone daltoniche di poter leggere correttamente le mappe, gli studiosi hanno quindi messo a punto un pacchetto per il software R (chiamato “cblindplot”) che è in grado di aggiornare automaticamente la varietà di colori presenti in una mappa a seconda della tipologia di daltonismo che viene selezionata.
“Il nostro obiettivo è arrivare a rendere questo pacchetto software uno standard di riferimento nelle pubblicazioni scientifiche, così da permettere a tutti di leggere e interpretare agevolmente le mappe a colori“, dice ancora Rocchini. “Questo perché siamo fortemente convinti che la scienza debba essere sempre inclusiva: tutti devono avere la possibilità di partecipare e collaborare nella ricerca e nella produzione di nuovi saperi”.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Ecological Informatics con il titolo “Scientific maps should reach everyone: The cblindplot R package to let colour blind people visualise spatial patterns”. Per l’Università di Bologna hanno partecipato Ducchio Rocchini, Ludovico Chieffallo, Roberto Cazzolla Gatti, Elisa Marchetto, Elisa Thouverai.
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