Aggressione e minacce di morte a due infermieri che, a Catania,stavano effettuando il loro turno di lavoro.
L’episodio è reso noto da Nursing Up, che esprime tutta l’indignazione e la preoccupazione del sindacato di categoria.
Sarebbe accaduto all’ospedale Cannizzaro. Il presidente De Palma lo definisce «l’ultimo vergognoso episodio. Una donna, in preda ad un vero e proprio raptus di follia, in evidente stato di agitazione, non solo ha aggredito due infermieri ma li ha anche minacciati di morte”.
«Mentre gli infermieri del Nursing Up continuano nelle loro proteste da Nord a Sud, per confidare che i prefetti facciano leva sui governi regionali e sulle aziende sanitarie per sperare di voltare finalmente pagina, nell’avvicinarsi allo storico sciopero del 5 dicembre prossimo-ricorda il sindacato- sono proprio i fatti di cronaca a confortare tristemente la nostra rabbia e la nostra frustrazione.Qui non si tratta solo di una valorizzazione economico-contrattuale lontana anni luce, con retribuzioni che ci collocano sempre agli ultimi posti d’Europa, qui non è solo una questione di turni massacranti, di ferie saltate a Natale e Capodanno e di una voragine di personale che ricade come un pesante macigno, ogni giorno di più, sulla qualità dell’assistenza”.
Il timore per l’incolumità psico-fisica degli infermieri viene ulteriormente messo in evidenza.
Tornando alla cronaca, la donna sarebbe stata bloccata e denunciata a piede libero dagli agenti del commissariato in servizio sul posto.
De Palma estende la sua analisi e si pone delle domande, in realtà indirizzate alle istituzioni. “Fin dove dovremo arrivare per renderci conto che, fin qui, le istituzioni, troppo poco hanno fatto, è evidente, per arginare il fenomeno delle violenze contro il personale sanitario?”
I dati aggiornati al 2022 sono significativi.
Le aggressioni (fisiche e/o verbali) sul posto di lavoro colpiscono in media in un anno un terzo degli infermieri – la categoria professionale più numerosa in assoluto del Servizio sanitario nazionale e della Sanità in generale -, il 33%, circa 130mila casi, con un ‘sommerso’ non denunciato all’INAIL di circa 125mila casi l’anno. Il 75% delle aggressioni riguarda le donne, le nostre infermiere in servizio. Ad oggi, rispetto ai casi denunciati, ce ne sono 26 volte di più, circa 125.000, non registrati.
Per il 75% sono violenze che coinvolgono donne e nel 40% circa dei casi si è trattato di violenze fisiche.
NursingUp definisce la situazione descritta “una vera e propria piaga sociale, ad un triste fenomeno di mala cultura, ad un cancro che per essere estirpato ha bisogno del sostegno di tutte le parti in causa. In primis i cittadini devono comprendere che non siamo, noi infermieri, i nemici contro cui combattere. Ora siamo arrivati, drammaticamente, anche alle minacce di morte, non bastavano i pugni, i calci, i graffi, i tentativi di strangolamento. E certe volte sentirsi minacciati nella propria incolumità fisica, vedersi scaricare addosso urla di odio, certamente ingiustificate, può essere anche peggio di un’aggressione fisica .Gli infermieri sono stanchi di tutto questo, non si sentono tutelati in alcun modo dalle aziende sanitarie, legalmente responsabili della nostra incolumità in quanto nostri datori di lavoro.E allora noi scendiamo nelle piazze, noi incrociamo le braccia, per urlare il nostro disagio, per denunciare alla collettività e alla politica che siamo arrivati ad un punto di non ritorno», chiosa De Palma.
Infermieri aggrediti e minacciati di morte al Cannizzaro, Nursing Up: "Non si può lavorare così"
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