CATANIA – “Tutti nella Renault”: è la scritta che è comparsa ieri sera, poi tolta, nelle saracinesche della sede di Catania della DC, in piazza Teatro Massimo.
A denunciare l’episodio è stato Piero Lipera, dirigente della Dc a Catania.
Le parole scritte riportano alla mente l’omicidio di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, il cui corpo venne ritrovato il 9 maggio del 1978 all’interno di una Renault 4.
Sull’episodio è intervenuto Maurizio Mirenda, capogruppo di Noi Democratici – Nuova DC che ha dichiarato: «Lo squallore degli autori di questo gesto non lascia spazio ad altri commenti. Ancor di più onorato di appartenere a un partito democratico, ricco di valori e rispettoso delle idee altrui».
L’on. Marco Forzese, coordinatore provinciale e membro del comitato nazionale di “Noi Moderati”, ha detto:
“Stigmatizziamo con forza il vile gesto che ci riporta indietro nel tempo, segnatamente a un’epoca in cui, purtroppo, il terrorismo era dilagante nel nostro Paese. Chiara l’allusione della scritta al ritrovamento del cadavere dell’on. Aldo Moro nella Renault parcheggiata su via Caetani, nel cuore di Roma, dopo la prigionia patita dallo statista democristiano. Un’intimidazione che arriva proprio alla vigilia del congresso provinciale che, in maniera democratica, il partito si accinge a celebrare, aspetto che appare, per certi versi, significativo. A titolo personale e a nome di “Noi Moderati” esprimo massima solidarietà alla Democrazia Cristiana, ai suoi iscritti e, in particolare al suo segretario, on. Salvatore Cuffaro, il quale ha pagato già a caro prezzo l’impegno profuso a servizio della gente, anche secondo i principi cristiani. Episodi come questo ed altri analoghi – ha concluso l’on. Forzese – ci danno il segno di come determinati valori siano stati accantonati per fare spazio ad esercizi di odio che ritenevamo di esserci lasciati alle spalle nel tempo”.