Violenza sulle donne. PD Sicilia: “Il Consiglio UE sceglie di non decidere, persa un’occasione storica”

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“Persa un’occasione di portata storica a proposito del percorso intrapreso per favorire la penalizzazione dei reati di violenza negli ordinamenti di tutti gli stati membri dell’UE. E’ grave infatti che, in seguito a evidenti disaccordi, alla fine il Consiglio europeo ha eliminato la definizione di ‘molestie sessuali nel mondo del lavoro’ e di ‘stupro’ ed escludendo dai reati penali anche la la mutilazione genitale e la sterilizzazione forzata. Altrettanto grave il ridimensionamento dei reati di violenza online”. Lo dichiara il segretario del PD Sicilia,Anthony Barbagallo, che con Milena Gentile, responsabile del dipartimento Pari Opportunità e Politiche di genere e Maria Grazia Pannitteri, responsabile del dipartimento Giustizia, intervengono a sostegno della battaglia condotta dalla Deputata UE del PD, Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento Europeo.

“Questo accordo al ribasso è un segnale culturale molto grave. Oltre a spuntare le armi dei singoli Stati membri – dichiara Milena Gentile – nel contrasto alla violenza di genere, delude le aspettative dei movimenti femminili . In vista delle prossime elezioni europee per il timore che la Direttiva potesse essere divisiva, si è preferito stralciare le parti più avanzate del testo originale, a partire dal riconoscimento del principio che un rapporto sessuale senza consenso è stupro. Come sempre il corpo delle donne diventa campo di battaglia e di negoziati di potere.

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“ L’amarezza per l’occasione sprecata è molto forte ma – aggiunge Maria Grazia Pannitteri – non arretreremo in questa battaglia di civiltà. Continueremo ad assistere ad udienze drammatiche in cui le donne vengono sottoposte ad interrogatori duri con domande invasive, funzionali non tanto a ricostruire la dinamica del fatto ma a dimostrare la resistenza della vittima alla violenza, reiterando, così, il dramma vissuto. Perché se la donna non riesce a dimostrare la sua resistenza allora si presume il consenso. E se c’è consenso non c’è violenza. Intanto, in Italia, urge uniformare la nostra normativa al modello del ‘solo sí e’ sí’”.

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