Speculazione, gentrificazione e diritto alla casa, a Catania un cineforum per discutere di città

“Fermento al cinema” prenderà il via il 14 marzo 2024, alle 20.40, al Tinni Tinni Arts Club di via Scuto Costarelli. Proiezioni a ingresso libero e dibattiti su cosa significa “essere città”

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CATANIA – Un cineforum per parlare di città. Non solo di una in particolare, Catania, ma di tutte le città in quanto sistemi complessi: si chiama “Fermento al cinema” e partirà il 14 marzo 2024 al Tinni Tinni Arts Club, di via Scuto Costarelli, a Catania. A organizzarlo è il collettivo Fermento Urbano, in collaborazione con il Tinni Tinni Arts Club di Catania  e con Magma – mostra di cinema breve, il festival di cortometraggi di Acireale.

Ambiente, mobilità, disuguaglianze, speculazioni: sono solo alcuni dei temi che saranno discussi, anche tramite il commento delle proiezioni, durante “dibattiti creativi”. Occasioni, cioè, in cui gli spettatori in sala diventeranno parte di ragionamenti collettivi. La riflessione su cosa vuol dire “essere città” passa, prima di tutto, dall’attribuzione di significato all’essere comunità”.

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Ne sono convinti i promotori dell’iniziativa. Anche da questo deriva la decisione di realizzare le proiezioni a ingresso libero, cioè senza il pagamento di alcun biglietto di accesso. Si comincia il 14 marzo, alle 20.40, parlando di speculazione edilizia a partire dal film “Le mani sulla città”, pellicola datata 1963, per la regia di Francesco Rosi. Sono gli anni Sessanta, la città è Napoli: il film racconta il boom delle nuove costruzioni, ma anche la corruzione, l’abusivismo, gli sgomberi di intere aree popolari.

Il secondo appuntamento è fissato per l’11 aprile 2024, sempre alle 20.40 e sempre al Tinni Tinni Arts Club. È dedicato al tema del diritto alla casa, affrontato grazie a tre cortometraggi. Si tratta di “Habitat”, di Ina Georgieva (2013); “Le case che eravamo”, di Arianna Lodeserto (2018); e “Lo stato brado”, di Carlo Lo Giudice (2018). Lo Giudice, classe 1968, nato a Catania, sarà ospite in sala: il suo film racconta il capoluogo etneo a partire dalla storia di un uomo, Giovanni Cutuli, svuotacantine, costretto a fare i conti con un’ordinanza di sfratto. Dovrà quindi liberare la casa dove vive con la moglie e i suoi due bambini.

Terzo e ultimo appuntamento è il 9 maggio 2024 e parlerà di gentrificazione. Sarà proiettato il lungometraggio “The last black man in San Francisco”, di Joe Talbot (2019). La storia è quella del nipote di Jimmie, un uomo di colore che costruì una delle più belle case vittoriane del quartiere Fillmore di San Francisco. È attorno all’evoluzione di quel rione che si costruisce la storia del film: se un tempo quella zona della città californiana era un centro fiorente per la cultura nera, negli anni in cui vive il nipote di Jimmie è diventato un quartiere destinato prevalentemente ai ricchi.
Come detto, a ogni proiezione sarà collegato un dibattito. Nel corso della discussione, ai partecipanti sarà consegnata una cartolina, sul cui retro sarà trascritto uno spunto di ragionamento sul tema trattato. Affinché la riflessione non si fermi, nemmeno al rientro a casa.

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