Pnrr, Cgil Sicilia: l’isola penultima tra le 8 regioni del sud per investimenti pro capite

Penalizzati tutti i settori e soprattutto istruzione, ferrovie, welfare, infrastrutture digitali. Ecco il quadro completo della situazione

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Palermo, 22 marzo – La Sicilia è la penultima tra le otto regioni meridionali per investimenti pro capite del Pnrr (elaborazione su dati 2023 di Bankitalia). E’ addirittura la Cererentola tra tutte nel settore dell’istruzione con 257 euro pro- capite di stanziamenti (623 euro al Molise, 439 a Calabria e Abruzzo, per fare due esempi). Bassi gli investimenti per la rete ferroviaria, 592 euro (terzultima regione) e per le politiche di coesione territoriale, in pratica il welfare: 72 euro a testa, come per Calabria e Puglia (fanalino di coda in questo caso la Sardegna). Anche per il turismo, con 55 euro pro capite, la Sicilia si colloca penultima tra le regioni del sud. Solo 78 euro a testa, inoltre,(penultima regione) vengono stanziati per le infrastrutture digitali (317 per la Calabria, 195 per la Basilicata). A diffondere e commentare i dati (fonte la memoria del docente universitario Gianfranco Viesti per un’audizione nella commissione bilancio della Camera) è la Cgil Sicilia. “E’ la conferma- dicono il segretario generale del sindacato, Alfio Mannino e il segretario confederale regionale Francesco Lucchesi- della scarsa attenzione del governo Meloni alla Sicilia con il beneplacet del governo Schifani”. I due esponenti della Cgil rilevano che “non ci sono spiegazioni plausibili per le scelte del governo, considerando che incidono su settori dove nell’isola si scontano pesanti criticità. La situazione della rete ferroviaria è nota, con persistere di binario unico per lunghe tratte e mancanza di alta velocità. Altrettanto quella dell’istruzione, con strutture insufficienti, basse percentuali di tempo pieno e alte di abbandoni. Per non parlare del welfare o delle strutture sanitarie che vedono anch’esse investimenti pro capite inferiori a quasi tutte le regioni meridionali”. Mannino e Lucchesi ricordano “le pesanti sforbiciate in fase di riprogrammazione dei fondi europei sulle linee ferroviarie Palermo- Catania e Catania- Messina, pur in presenza di progettazione esecutiva”. “Come rilevammo al momento dei tagli- sottolineano Mannino e Lucchesi- l’operato del governo nazionale è inaccettabile. Ma lo è altrettanto quello del governo regionale che non ha messo in campo nessuna iniziativa di contrasto a tagli ingiustificabili, per il superamento delle criticità insite ai bandi e nella progettazione dei comuni, aderendo a tal punto alle politiche nazionali da dire pure sì al progetto sull’autonomia differenziata”. Per la Cgil “un’occasione così importante per il riequilibrio territoriale rischia così di andare perduta. Ci piacerebbe pure sapere- aggiungono Mannino e Lucchesi- se il vincolo del 40% di destinazione alle regioni del Mezzogiorno delle risorse allocabili è stato rispettato. La sensazione è che da Roma si punti decisamente a sganciare il Mezzogiorno- concludono- e in questo disegno la Sicilia, visto anche la mancanza di interesse per le sue sorti da parte del governo regionale, rischia di andare alla deriva”.

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