Oggi ricorre l’anniversario dell’uccisione dell’imprenditore Salvatore Incardona, morto a Vittoria nel 1989

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Alle 5:45 del 9 giugno 1989, Salvatore Incardona, imprenditore agricolo, noto per le sue battaglie contro il pizzo, viene crivellato di pallottole dai killer appartenenti al clan Carbonaro-Dominante. Si trovava proprio davanti a casa sua nella cittadina di Vittoria in provincia di Ragusa. Era impegnato in prima fila nella sensibilizzazione e nel contrasto alla illegalità nel settore agricolo. In quanto commissionario presso il mercato ortofrutticolo era divenuto un soggetto scomodo per Cosa nostra. Nel corso del tempo aveva ricevuto molte minacce, ma, nonostante tutto, aveva deciso di non lasciarsi intimidire per continuare ad agire seguendo i principi della legalità e della denuncia sociale.

A raccontarci la sua storia, progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità”, è la studentessa Carla Le Rose della classe III sez. C del Liceo scientifico “Filolao” di Crotone.

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Tragica la storia di Salvatore Incardona, ucciso la mattina del 9 giugno del 1989 nella sua macchina e crivellato di colpi. Imprenditore della cooperativa Agriduemila e fornitore del mercato ortofrutticolo di Vittoria, viene assassinato dai killer di Cosa Nostra perché cercò di convincere i commercianti a non pagare il pizzo, facendosi promotore di una denuncia collettiva contro gli estorsori. Ennesima tragedia con protagonista la mafia. Questa vicenda mette in evidenza quanto sia costato opporsi alla richiesta di pagare il pizzo ad un uomo coraggioso che contribuì a rompere quel muro di omertà che caratterizzava la provincia di Ragusa nella prima metà degli anni Ottanta, ma che rimane sempre attuale. In realtà Salvatore Incardona era un uomo coraggioso, un esempio di resistenza all’ingiustizia e alla sopraffazione per noi studenti.

Anche Salvatore ebbe un gran coraggio nel contrastare il fenomeno mafioso che prosperava attraverso l’estorsione di somme di denaro per controllare il settore economico. Ricordiamo che gli operatori economici che finiscono nel tunnel del racket sono soggetti a intimidazioni, minacce di danni fisici, economici e morali e spesso vivono momenti drammatici della propria vita sociale e privata. Bisogna stimolare gli studenti alla riflessione e invitarli a interpretare i fatti economici con cognizione di causa

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.

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