Palermo, 28 ott – “Mentre il Governo nazionale e l’esecutivo regionale mascherano dietro provvedimenti come il ‘Salva-Casa’ condoni e deregolamentazioni edilizie a esclusivo vantaggio di rendite e speculazioni, resta inevasa la richiesta del Sunia e della Cgil – sostenuta da 50.000 cittadini firmatari della petizione – di un nuovo Piano Casa per affrontare il disagio abitativo”. Lo afferma Giusy Milazzo, segretaria regionale del Sunia. Il piano casa, secondo il sindacato inquilini, “deve avere come cardini l’aumento degli alloggi pubblici disponibili e la manutenzione del patrimonio esistente. Inoltre, interventi strutturali e continuativi per ridurre il peso degli affitti, per la riqualificazione edilizia, urbanistica e sociale delle periferie e per la regolamentazione degli affitti brevi”.
“La situazione è grave in Sicilia – afferma Milazzo -, dai dati resi noti dal Ministero degli interni emerge che nel 2023 sono state 4905 le richieste di esecuzione, 925 gli sfratti eseguiti con l’ufficiale giudiziario e 2047 gli sfratti emessi, di cui 733 per morosità quasi sempre incolpevole. A fronte di questo registriamo una insufficiente offerta di edilizia pubblica, con lunghi tempi per la pubblicazione delle graduatorie e per le assegnazioni. Stimiamo che il fabbisogno sia oggi di 30 mila unità immobiliari”.
Il Sunia rileva che oltre 800 sfratti sono stati emessi per la necessità del locatore di utilizzare gli immobili per la locazione turistica, giudicata più redditizia. “Le locazioni brevi – ricorda Milazzo – godono di una fiscalità di enorme vantaggio e nessuna limitazione ai valori dei canoni applicati. Come ormai denunciamo da anni l’effetto di questa tipologia contrattuale ha fortemente causato una espulsione dei residenti dalla città consolidata, riducendo fortemente l’offerta di immobili per la locazione di lungo periodo.
Gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate dimostrano, rileva la nota, che in Italia dal 2019 ad oggi, quasi 110.000 interi alloggi della piccola proprietà non sono più disponibili per la locazione “residenziale” e oltre 120.000 sono stati sottratti alla locazione di lungo periodo (contratti superiori ai 3 anni). Il trend è comune a tutte le zone del paese e per quanto riguarda la Sicilia è emblematico il caso di Palermo dove la presunta diminuzione della percentuale di sfratti eseguiti pari a -27,6 % rispetto al 2022 corrisponde alla diminuzione (-26%) riportata dall’Omi che dal 2019 al 2023 si è riscontrata nei contratti registrati di lunga durata ovvero superiori ai tre anni.
“Occorre subito ripristinare il sostegno economico alle famiglie in affitto a basso reddito – conclude Milazzo – e sostenere quelle che non riescono a corrispondere i canoni per difficoltà economiche, attuare una politica di recupero degli immobili dismessi per realizzare nuovi alloggi di edilizia pubblica rendendo adeguata l’offerta alle esigenze della popolazione più fragile, regolamentare gli affitti brevi e incentivare l’utilizzo del patrimonio abitativo privato per la locazione concordata a canoni sostenibili”.