Suicidi in carcere, Cuffaro: “Ottantacinque detenuti si sono tolti la vita nel 2024. Dati sempre più allarmanti”

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“Ancora un suicidio dentro alle carceri. L’ennesimo episodio che necessita una riflessione umana e politica, ma che si doti di grande onestà intellettuale”. Lo dichiara Totò Cuffaro, segretario nazionale della DC.

“Il senso di umanità e la politica si fermano fuori dalle mura degli Istituti penitenziari del nostro Paese ed esistono pochi politici che partecipano autenticamente al cordoglio per un detenuto morto – prosegue Cuffaro – anche se si tratta di un ragazzo di 21 anni magrebino che sceglie di morire in cella, anziché pensare alla speranza di una vita fuori dalla galera”.

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“Questo non lo dico io, ma i dati relativi ai suicidi in carcere, in costante aumento. Dal 2022 ad oggi il numero di chi ha deciso di togliersi la vita in Italia, all’interno degli Istituti penitenziari, è giunto purtroppo ad 85, a cui vanno aggiunti 7 agenti di polizia penitenziaria e il 2024 non si è ancora concluso. Il carcere non può essere ancora interpretato e mantenuto come un luogo dove vive la morte, quello era il tempo di Bruno Giordano. Non può e non deve essere il nostro tempo, perché è il senso di marcia opposto a quello immaginato e voluto dei nostri padri costituenti. La vita – conclude Cuffaro – non è un dono che possiamo concedere, ma abbiamo il dovere di difendere, sempre”.

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