Vertenza Eni Versalis: CNA Fita Sicilia, urgente fare chiarezza sul futuro dell’impianto di Ragusa

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Ragusa, 20 dicembre 2024 – “Accogliamo con favore l’incontro tra il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e i vertici di ENI Versalis, durante il quale è stata sottolineata l’urgenza di ricevere una relazione dettagliata sul progetto di riconversione dell’azienda. La tutela dei lavoratori e lo sviluppo economico del territorio devono essere priorità assolute. Finalmente! E comunque, meglio tardi che mai”. Lo dicono Giorgio Stracquadanio, Saro Tumino e Daniela Taranto della CNA Fita Sicilia.

“Tuttavia – aggiungono – ricordiamo al presidente che già a luglio scorso ENI aveva pubblicato sul proprio sito ufficiale un rapporto dal titolo emblematico: A Just Transition (Una giusta transizione). Nelle sue 53 pagine, il documento evidenzia le strategie industriali di Versalis, che punta a una leadership nella chimica da fonti alternative attraverso l’acquisizione di Novamont, leader nella bioeconomia circolare e nelle bioplastiche da materie prime rinnovabili”.

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“Alla data di pubblicazione di questo rapporto – spiegano – ENI Versalis si presentava come un’azienda guida nel settore della nuova chimica, con un piano industriale chiaro e ambizioso. Per questo ci chiediamo: l’impianto di Ragusa fa parte di questa nuova programmazione? È concepibile che un’area strategica per l’agricoltura, che necessita di plastiche innovative per le serre, venga esclusa dal progetto?”.

“Nel rapporto – continuano i rappresentanti della Cna Fita Sicilia – ENI parla di una “bioeconomia circolare” capace di rigenerare i territori, ridurre i rifiuti e contrastare l’inquinamento. Questo sarebbe il vero significato di ‘Just Transition’. Una transizione che includa anche la salvaguardia dei posti di lavoro, la riconversione professionale, lo sviluppo dell’indotto locale – in particolare il settore del trasporto – e la creazione di nuove opportunità economiche”.

“ENI – concludono – dispone già di un piano industriale dettagliato. Quello che chiediamo ora è chiarezza: l’impianto di Ragusa sarà incluso o resterà escluso, lasciato a promesse generiche e incerte? Serve un confronto serio e costruttivo per garantire che questa transizione sia davvero ‘giusta’ per il territorio e per chi ci lavora ogni giorno”.

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