Mineo – Appunti di Viaggio #16

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Anche quest’anno proseguono gli appuntamenti con la nostra rubrica: “Appunti di Viaggio”, grazie alla quale vi portiamo a conoscere caratteristiche, curiosità ed eccellenze di borghi dalla bellezza antica, in grado di trasmettere il fascino, quasi immutato, della Sicilia del passato.

Con la puntata odierna, la prima della rubrica per il 2025, esploreremo il piccolo borgo di Mineo (CT): un paesino di 4389 anime dalla storia antica e dal fascino unico, situato sulle pendici nord-occidentali dei monti Iblei, a circa 50 Km dal suo capoluogo di provincia.

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Un’origine intessuta nella storia

La storia di Mineo affonda le sue radici in epoche molto antiche, risalenti a prima dell’arrivo dei Greci in Sicilia. Secondo alcune fonti, il borgo fu fondato nel 459 a.C. da Ducezio, re dei Siculi, ma la sua centralità venne meno con la sconfitta del sovrano da parte di Siracusa. In epoca romana, il piccolo centro, chiamato Menoe in latino, era ancora abitato e continuò ad esistere fino alla tarda età imperiale.

Durante il periodo bizantino, tra il 535 e l’828, Mineo diede i natali a San Leone, uno dei cinque siciliani che salirono al soglio pontificio. Successivamente, sotto il dominio islamico, il borgo assunse un ruolo strategico e venne trasformato in una fortezza chiamata Qalat Minaw, ossia Castello di Mineo.

Nel 1062, il conte Ruggero conquistò Mineo, integrandola nella Contea di Sicilia. Più avanti, nel 1282, il borgo si schierò contro il dominio francese degli Angioini durante i Vespri siciliani. Successivamente, nel 1360, la cittadina divenne il luogo scelto per celebrare le nozze tra Costanza d’Aragona e Federico III, grazie alla sua posizione sicura. Anche la Regina Bianca di Navarra trovò rifugio a Mineo per sfuggire agli intrighi dei nobili durante l’assenza del marito, impegnato in Sardegna a sedare una rivolta.

Patrimonio culturale, architettonico ed enogastronomico di Mineo

Le tracce della ricca storia di Mineo, a cui abbiamo fatto cenno, sono ancora visibili nei resti archeologici di contrada Catalfaro, vicino al lago dei Palici, dove un tempo sorgeva un tempio dedicato ai fratelli Palici. Anche le torri della porta cittadina, risalenti al periodo islamico, testimoniano il passato glorioso del borgo.

Tantissime sono le cose da vedere a Mineo: la Casa museo di Luigi Capuana, il Palazzo comunale, la Chiesa di S.Maria Maggiore, il Castello di Mongialino, l’Area archeologica di Palike, il Museo della memoria, il Castello di Serravalle, il Santuario dei Palici e nel periodo natalizio i celebri Presepi, che sono una vera e propria chicca.

Nelle trattorie e negli agriturismi si possono gustare i “cavatieddi” tirati a mano condite con salsa di pomodoro, melenzane e ricotta salata, i legumi con le cotiche, gli “amareddi”, la verdura maritata le carni locali al sugo e arrosto e i cannoli di ricotta del bar Salerno.

Noi di Hashtag Sicilia ci siamo recati nel paesino per documentarne le bellezze, e abbiamo anche avuto modo di intervistare Alessandra Lira, la vicensindaco di Mineo. Per immergervi tra le vie di Mineo, ripercorrerne la storia e comprenderlo attraverso gli occhi di chi contribuisce ad amministrarlo, vi rimandiamo al nostro appuntamento video di questa sera della rubrica “Appunti di Viaggio”.

Potete sintonizzarvi a partire dalle ore 20.00 con la nostra prima visione trasmessa sulla nostra pagina Facebook, sul nostro canale Youtube, e sui nostri altri canali social. Non mancate!

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