Partire dalle esigenze del territorio, con la mappatura dei bisogni come primo passo, e muoversi poi lungo tre direttrici.
Dopo la firma del documento di “Cantiere per Catania”, sottoscritto anche da Confcooperative Sicilia, il segretario generale Luciano Ventura traccia la direzione da seguire per poter utilizzare al meglio i 25 milioni di euro del Decreto “Caivano” per la riqualificazione del quartiere San Cristoforo, nella periferia di Catania. Per rigenerarlo, le oltre 60 associazioni firmatarie del documento mettono a disposizione competenze ed energie per progettare (i tempi sono strettissimi) una rigenerazione vera per una delle aree che maggiormente necessitano di linfa sociale, culturale, economica. “Il primo passo da compiere è quello di portare a termine un’iniziativa abbozzata diversi anni fa, poi abbandonata e adesso nuovamente in corso– spiega Ventura- che è la realizzazione di una mappa del bisogno, che parta da San Cristoforo e si estenda all’intera città. Il metodo da seguire è chiaro: basta partire dai dati di cui i Servizi Sociali del Comune dispongono, integrandoli con il lavoro delle cooperative sociali e degli enti del Terzo Settore e associazioni che conoscono molto bene il quartiere perché lo vivono concretamente. I progetti da attuare per riqualificare San Cristoforo portati avanti da Confcooperative Sicilia devono avere come conseguenza la creazione di nuove opportunità di lavoro, che possano distogliere i giovani ed i meno giovani dal malaffare, fornendo un’alternativa vera e immediata e offrire opportunità concrete e percepibili dalla comunità locale. A questo – prosegue il segretario generale di Confcooperative Sicilia- si deve affiancare un contrasto robusto alla povertà educativa ed un miglioramento della situazione in termini di disagio abitativo”. Lungo queste tre direttrici può svolgersi il percorso da condividere con le istituzioni pubbliche, che necessitano senza dubbio di un supporto valido come quello della cooperazione sociale, da sempre sul territorio, nelle case delle famiglie che vivono a San Cristoforo, 20 mila abitanti ed una realtà in cui il degrado è mitigato da esperienze importanti, portate avanti proprio dalle cooperative, dalle associazioni, dai gruppi sociali, dalle parrocchie che si mettono a disposizione del settore pubblico per vincere una sfida importantissima. Fondamentale trovare volontà di condivisione da parte del Comune di Catania, con il quale riteniamo fondamentale la massima collaborazione. Le cooperative sono pronte a dare un sostanziale contributo, sono pronte a spendersi con l’enorme professionalità ed esperienza maturate sul campo e che possono essere utilizzate, non solo nell’ambito del decreto basato sul modello Caivano ma anche per accedere ad altre risorse che esistono. “Quest’occasione- conclude Ventura- può rappresentare la scintilla per accedere i riflettori su un pezzo importante della città, su cui intervenire in maniera davvero drastica, in sinergia con le forze dell’ordine. Vigileremo- conclude il segretario generale di Confcooperative Sicilia- affinché tutto avvenga nella massima trasparenza, con percorsi davvero efficaci, elaborati sulla base della conoscenza vera, quindi seri e duraturi. Si rifugga, invece, da qualsiasi iniziativa estemporanea”.
Confcooperative Sicilia traccia la rotta per rigenerare il quartiere di San Cristoforo a Catania
L'idea è quella di ispirarsi al Modello Caivano per rigenerare il quartiere e utilizzare al meglio i 25 milioni di euro disponibili.
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