Documentiamoci #8 – La politica (e la DC) della prima repubblica vissuta fuori dai palazzi: l’esperienza di Toti Ferina

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Riprendono con slancio gli appuntamenti con la nostra rubrica “Documentiamoci”. Nelle puntate precedenti abbiamo sentito diverse personalità di grande spicco della politica siciliana per farci raccontare come sono nati, e come si sono successivamente sviluppati, i partiti della prima repubblica in Sicilia.

Ma per dare un quadro più completo dell’assetto della vita politica dell’epoca pensiamo sia giusto, oltre che intervistare alcuni importanti amministratori di quegli anni, dare anche voce alle persone comuni; ovvero a coloro i quali in quegli anni si erano davvero appassionati agli ideali distintivi dei partiti degli albori della prima repubblica, ma che hanno scelto di non fare mai della politica la propria professione.

Il primo di questa nuova serie di ospiti sarà Salvatore (Toti) Ferina, noto sarto palermitano molto legato ai valori della DC – Democrazia Cristiana, conosciuto anche per aver ricoperto la carica di presidente regionale della CNA e di vice presidente nazionale della stessa associazione datoriale. Scopriamo qualcosa in più su di lui e sulle sue idee politiche.

Una vita tra politica e moda

Figlio di un pittore e agricoltore della zona del palermitano, Toti Ferina sceglie di discostarsi dalle scelte lavorative del padre, e si dedica al mondo della sartoria e della moda. E’ tutt’ora titolare del suo personale atelier, sito in una delle vie del centro del capoluogo siciliano. La sua bottega era nota per essere un punto di riferimento per la nobiltà e per il ceto medio/alto della società palermitana.

Inizialmente Toti conduceva la sua attività insieme al fratello – il quale si dedicava alla moda maschile e vestiva personaggi del calibro dei Mattarella -; mentre invece lui si prodigava nella composizione di abiti femminili. Quando le attività “esplosero” a livello di successo i due scelsero di separare le boutique, rimanendo però sempre vicini, a circa 200 metri di distanza.

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Gli atelier, così frequentati dall’alta società, divennero un crocevia di incontri tra esponenti di diversi partiti, un luogo in cui le differenze ideologiche in qualche modo si dissolvevano per qualche ora. “Anche chi al Parlamento Siciliano non si salutava, nel mio atelier trovava un punto d’incontro”, ci racconta con orgoglio Toti Ferina, il quale sottolinea come in questo modo avesse giornalmente la possibilità di entrare in contatto con le più diverse idee politiche dell’epoca; e di rifletterci sù.

L’interesse di Toti Ferina per la Democrazia Cristiana

Toti Ferina iniziò a interessarsi alla politica abbastanza presto (ancor prima di avviare il suo atelier), intorno ai 16-17 anni, ispirato anche dall’esempio dell’amico Nicolò (Ciccio) Nicolosi, giovane dirigente della DC, e da altri amici con cui condivideva la passione per il dibattito politico.

Nel corso della nostra intervista ha avuto modo di raccontarci come in quel periodo il confronto ideologico fosse discretamente acceso ma sempre improntato al rispetto reciproco. Nello specifico, riflettendo sulla natura del rapporto tra DC e PCI, ha specificato come lo scontro vero e proprio andasse in scena più che altro nelle istituzioni e nelle università, mentre nella vita quotidiana il dialogo tra giovani con idee diverse era, a suo dire, più aperto e costruttivo.

Durante la nostra chiacchierata Toti Ferina ha affrontato anche temi come la differenza tra i partiti di ieri e di oggi, la necessità di una nuova classe dirigente preparata, il rischio della strumentalizzazione ideologica per i giovani; e tanto altro ancora.

Per questi, e numerosi altri temi, non ci resta che darvi appuntamento alla puntata di questa sera! Nel ricordarvi di sintonizzarvi a partire dalle ore 20.00 su tutti i nostri canali social, vi informiamo anche che abbiamo intenzione di continuare ulteriormente i nostri appuntamenti con la rubrica, e che quella odierna rappresenta solo la prima di tutta un’altra serie di interviste a persone vicine ai partiti della prima repubblica, ma che non sono mai state dei politici di professione.



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