La festa di San Giuseppe e le Tavolate: tra Fede, Tradizioni e Innovazioni

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Il culto di S.Giuseppe, in Italia e in tutti i Paesi cristiani, inizia nel Medioevo, grazie ad alcuni monaci benedettini, all’Ordine dei Servi di Maria e ai Francescani. Quindi, si deve a questi ordini religiosi se la devozione verso il padre putativo di Gesù e marito di Maria sia cresciuta anno dopo anno.

La stessa festa in suo onore, inserita dal Papa Sisto IV nel 1479 nel calendario romano, fu il frutto di quell’impegno. Successivamente, nel 1871, la Chiesa cattolica proclamò S.Giuseppe protettore dei padri di famiglia e Patrono della Chiesa Universale.

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Aggiungo, per completezza di informazione, che secondo un’antica tradizione il culto di questo padre adottivo di Gesù si sviluppò fin dal V secolo in certi Monasteri Egiziani, dove fu scritta la storia apocrifa di Giuseppe il Falegname, e dove la sua festa fu fissata il 20 luglio. Una data che rimane tuttora nel calendario copto o calendario alessandrino, utilizzato dalla Chiesa ortodossa in Egitto e in Etiopia

Comunque al giorno d’oggi la festa di S.Giuseppe coincide con quella del papà e si celebra in tutto il mondo: nei paesi di tradizione cattolica, come Italia, Spagna e Portogallo, la figura paterna si festeggia il 19 marzo; negli altri paesi, invece, come (Stati Uniti e Canada) si celebra la terza domenica di giugno.

In questi giorni dunque fervono i preparativi per organizzare questa festa e in particolare per allestire le cosiddette “Tavolate di S.Giuseppe”. Una tradizione – secondo alcune ipotesi – che affonda le sue radici nelle “Confraternite” di S.Giuseppe, nei cui atti di fondazione doveva presumibilmente esistere qualche capitolo dedicato alle cure e alle opere da riservare ai poveri, tra cui dei pasti nel giorno della festa del protettore.

Un’altra ipotesi è quella delle tavole Bizantine secondo la quale i monaci basiliani, pervasi da grande spirito di carità e di amore verso la povera gente del luogo, devastata dalla malattia e dalla miseria, offrivano protezione e dei pasti caldi.

Nelle regioni del Sud, ad esempio, in Molise la tradizione delle Tavolate di S.Giuseppe ha origine nella storia di povertà di Giuseppe Falegname, il quale certamente conobbe l’indigenza e la privazione, specialmente quando doveva nascere il Bambino e non trovava ospitalità per la sua famiglia; da qui discende la tradizione di destinare il cibo ai poveri, come fu lui insieme a Maria e a Gesù Bambino.

In Puglia, la Regione che è considerata la regina delle Tavolate, l’origine risale a quando il signore del paese (“lu patruni”) una volta all’anno offriva da mangiare a tutti i poveri del luogo.

In Sicilia, dove il culto di S.Giuseppe è particolarmente sentito, nelle Tavolate non si mangiano cibi poveri come in altre regioni, bensì quelli più prelibati! Ovvero i cibi dei ricchi e non quelli che i poveri già conoscono e che, almeno per quel giorno, preferirebbero non mangiare.

Pertanto, nel rispetto della gastronomia del luogo si mangiano pasta con sarde e finocchietto selvatico, pasta al sugo, pasta con il miele; caponata, peperonata, salsicce, salami e formaggi; cardi, broccoli, asparagi, spinaci, finocchietti, mazzareddi (friarielli) verdure queste rigorosamente fritti con le uova; dolci come cannoli ripieni di ricotta e crema, cassate, pignolate, cassatelle, sfingi, torrone, babà, crispelle di riso e frutta di tutti i tipi: arance, ficodindia, mele, pere, banane.

La preparazione delle Tavolate ė un momento di aggregazione e di unione fraterna tra tutti i partecipanti; e vengono allestite con una scenografia che rappresenta la Sacra famiglia, un tempo impersonata scegliendone i personaggi tra le genti meno abbienti.

Le tavole e gli altari vengono allestiti e decorati con lenzuola e tovaglie ricamate di lino finissimo, merletti, ceramiche, fiori e, ovviamente, cibi prelibati e speciali. Unico cibo che non compare mai sugli Altari di S. Giuseppe è la carne, poiché la festa cade nel periodo della quaresima e quindi di digiuno della carne.

In Sicilia fino a qualche decennio fa le Tavolate venivano allestite in tutti i comuni dell’Isola. Da qualche tempo questa tradizione si è però un pò indebolita; pur tuttavia è una tradizione che ancora resiste in tanti comuni, sebbene con qualche innovazione.

Considerato che sono ancora tantissimi i paesi dove si celebra la festa e si rinnova la tradizione della tavolata, senza voler fare torto a nessuno e nell’impossibilità di soffermarmi su tutti, ne ricordo solo alcune.

A Valguarnera, in provincia di Enna, protagonista assoluto della festa di S.Giuseppe, oltre alla Solenne Processione e ai riti religiosi in suo onore, è il pane che viene preparato con farina di grano duro, che dopo essere lavorato a mano viene modellato in forme diverse che simboleggiano gli attrezzi del falegname come la sega, il martello, la scala ed altre forme come l’ostensorio, gli angeli adoranti, l’uva, l’asinello. Dopola benedizione, questo pane viene distribuito ai presenti.

A Cianciana, in provincia di Agrigento, la Tavolata di S. Giuseppe si caratterizza come la festa dell’accoglienza: si allestiscono in strada delle Tavolate con tutte le specialità locali alle quali, poi, mangiano non solo tutti gli abitanti del quartiere, ma anche chi si trova a passare. Il momento più atteso della festa è la sfilata dei cavalieri.

A Mirabella Imbaccari, in provincia di Catania, gli abitanti vivono il periodo della preparazione delle Tavolate come una sorta di necessità, di bisogno ancestrale a cui dedicare tutto il tempo e le energie necessarie (un periodo che viene definito dai mirabellesi “u trafficu di S.Giueppe”). In questo paese vengono allestite molte Tavolate (25-30) dalle famiglie che hanno ottenuto la grazia, per ognuna delle quali vengono scelte tre persone tra i meno abbienti per interpretare il ruolo di S.Giuseppe, della Madonna e del Bambino Gesù.

A mezzogiorno del 19 la Sacra Famiglia si siede nella Tavolata (Benedetta il giorno prima dal sacerdote) e assaggia tutte le prelibatezze che impreziosiscono il banchetto. A conclusione di questo rito sono proprio coloro che l’hanno impersonificata a riportarsi a casa tutto quello che resta (anche se in alcuni paesi, sino a qualche anno fa, i prodotti rimasti – in particolare le torte, le cassate, il torrone – venivano venduti all’asta e il ricavato veniva dato alle persone che avevano impersonato S.Giuseppe, la Madonna e il Bambino Gesù), mentre alla gente del quartiere e ai visitatori viene offerta una pietanza fatta di pasta e fagioli.

A Lascari, in provincia di Palermo, l’origine della tradizione della Tavolata di S.Giuseppe è molto antica, e si perde nella notte dei tempi. Tante sono le usanze legate a questa festa: la vigilia della festa viene accesa la Vampa (il fuoco) con la successiva distribuzione del panino con la salsiccia a tutti i presenti, vengono altresì allestiti i tradizionali Altari nelle abitazioni private e, lungo il Corso viene imbandita la “Tavolata dei Virgineddi“ che con i suoi 500 posti a sedere è la più lunga d’Italia. In epoca feudale questa sorta di banchetto veniva offerto dai signorotti locali ai poveri, e ad essere serviti per primi erano i bambini che avevano ricevuto la prima comunione.

Il culto di S.Giuseppe e la tradizione delle Tavolate sono talmente radicate tra le genti del Sud che alcune comunità, trasferitesi all’estero per ragioni di lavoro, celebrano la festa e imbastiscono le Tavolate anche in terra straniera.

Ciò è testimoniato dalla comunità dei mirabellesi residenti in Germania nella zona di Sindelfingen, nei pressi di Stoccarda, che il 18-19 marzo festeggia S.Giuseppe allestendo anche le Tavolate. Nel 2022 anche alcune associazioni pugliesi residenti nel Cantone Svizzero di Zurigo hanno allestito la Tavolata di S.Giuseppe. Analoghe iniziative, sempre con Tavolate imbandite con i prodotti della terra, si svolgono in alcune città della California e in tante località di altri continenti.

Hashtag Sicilia quest’anno ha deciso di seguire con la sua web tv la Tavolata di Lascari, per la quale il comune ha chiesto all’Unesco il riconoscimento come Patrimonio immateriale dell’umanità. Vi invitiamo quindi a continuare a seguirci per conoscere di più su questa festività.

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