Salve a tutti e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Così è (se vi pare)“.
Questa sera parlerò di un tema del quale i giornaloni preferiscono non parlare, o meglio, ne parlano, ma solo in due occasioni: all’indomani della pubblicazione dei dati riferiti alle dichiarazioni dei redditi degli autonomi (allo scopo di dare addosso all’untore), e quando viene reso noto l’ammontare dell’evasione in Italia, per dire peste e corna del fenomeno.
Nel primo caso gridano allo scandalo perché artigiani e commercianti dichiarano redditi inferiori a quelli dei dipendenti, mentre lavoratori subordinati e pensionati pagano fino all’ultimo centesimo; nella seconda per invitare i governi di turno a intensificare i controlli e a colpire duramente gli evasori, salvo poi, a questo proposito, dimenticarsene quando vengono varati condoni, ecc…
Che gli autonomi (artigiani, commercianti, ecc…) non siano tutti degli stinchi di Santo mi sembra un’ovvietà, così come mi sembra scontato dire che lavoratori e pensionati non possono sfuggire al fisco.
Perché è risaputo che l’evasione si annida pure tra i lavoratori dipendenti, in particolare tra i lavoratori del pubblico impiego, che per arrotondare i loro magri stipendi e le pensione, spesso da fame, ricorrono al doppio lavoro facendo gli idraulici, i meccanici, i parrucchieri, ecc… ovviamente in nero!
Poiché non voglio assolvere nessuno dico che anche tra i lavoratori autonomi quelli che evadono non sono pochi, ma è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio, perché la stragrande maggioranza spesso fa sforzi sovraumani per stare dietro a tasse e imposte.
Quello che mi dà fastidio è che nessuno dei grandi giornali dice che oltre il 40 per cento delle società di capitale chiude i bilanci in perdita o in pareggio; e se perdono o pareggiano i conti, come si sa, non pagano nulla, salvo ovviamente l’Irpef che grava sui titolari.
Ma non voglio insistere su questo punto. Adesso voglio soffermarmi su due notizie, sempre in qualche modo legate all’evasione, che mi hanno fatto girare i cosiddetti “cabbasisi”.
Una arriva dal Parlamento, esattamente dalla Camera dei deputati, dove un parlamentare che non partecipa quasi mai alle sedute – visto che su 11.635 sedute ha partecipato solo 16 volte (99,8 per cento di assenze) -, l’altro giorno invece si è presentato alla seduta e ha votato.
Qualcuno portato all’indulgenza dirá: “bene, vorrà dire che è rinsavito”.
Io invece, che non amo farmi prendere per i fondelli, dico “eh no!”. Infatti questo signore oltre a percepire più di 12 mila euro al mese senza partecipare quasi mai ai lavori parlamentari quel giorno ha deciso di presenziare perché si decideva per la cosiddetta rottamazione quater; vale a dire per un condono che permette a chi ha un debito con il fisco di pagare meno del dovuto, una norma che farà risparmiare “al nostro eroe” ben 4 milioni di euro.
Non sto parlando di un artigiano, di un commerciante o di un agricoltore che a causa di un credito non riscosso, della crisi o di una pessima annata agraria non ha potuto onorare i debiti con il fisco.
No. Parliamo dell’onorevole Angelucci della Lega, del parlamentare più ricco di Italia, del fondatore di decine di cliniche private, che è anche immobiliarista ed editore di giornali a tiratura nazionale.
L’altra notizia arriva da Napoli, da Palazzo S.Giacomo, ovvero la sede del Municipio, dove uno studio dell’Osservatorio del Comune rivela che un terzo degli evasori, dei furbetti, dei non pagatori non risiedono nei Quartieri Spagnoli o a Scampia, ma a Posillipo, il quartiere più facoltoso della città, i cui residenti hanno un reddito medio non inferiore a 150 mila euro.
Di fronte a tutto questo si potrebbe concludere con il brano della Bibbia “Chi è senza peccato scagli la prima pietra“, con le parole che il Vangelo Secondo Giovanni attribuisce a Gesù Cristo; il quale le rivolse a coloro i quali gli avevano condotto un’adultera con la speranza che egli ordinasse di lapidarla.
Pertanto, in considerazione del fatto che non mi piace fare di tutta l’erba un fascio e non tollero la tendenza a nascondere le colpe e i vizi dei potenti e dei ricconi, ricordo a me stesso che non possiamo fermarci alla superficie.
Abbiamo il dovere di scavare in profondità, di scoprire il perchè, le ragioni di certi comportamenti che danneggiano la collettività e chi paga regolarmente tasse e imposte.
Ma come riuscire ad andare così a fondo? Possiamo iniziare con l’analizzare i dati Istat elaborati dalla CGIA di Mestre – come ho fatto approfonditamente nella puntata di questa sera. Cosa emerge? Lo scopriremo insieme questa sera.
Posso solo dire che, a prescindere da tutto, e nonostante i tanti proclami fatti dai governi che si sono succeduti alla guida del Paese la tassazione continua ad essere alta, sia per i lavoratori dipendenti e i pensionati, sia per i lavoratori autonomi.
Tutto questo mentre le grandi società e i detentori di grandi ricchezze continuano a farla franca, anche perché se vengono beccati possono contare sulla difesa di avvocati con nomi altisonanti e su qualche condono o sanatoria che comunque prima o dopo arriva.
Considerato che le tasse sono necessarie per garantire a tutti l’istruzione, la salute e la sicurezza; occorre fare in modo che a pagarle siano tutti; sapendo che per farle pagare a tutti occorre ridurre la tassazione, non sparare nel mucchio ma fare controlli mirati e rigorosi, senza guardare in faccia nessuno e semplificando al massimo tutte le procedure burocratiche.
Questa a me sembra la strada maestra per fare in modo che tutti paghino tasse e imposte.
Ma per tutti questi, e numerosi altri spunti di riflessione, non mi resta darvi appuntamento alle ore 20.00 con la nostra prima visione trasmessa sulla nostra pagina Facebook, sul nostro canale Youtube, e sui nostri altri canali social. Non mancate!