Due milioni sfumati a Raddusa: quando il silenzio delle amministrazioni costa caro ai cittadini

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Ci sono notizie che non fanno notizia. Fatti ai quali non si dà l’importanza che, al contrario, meritano.

Sarà perché ne siamo così assuefatti che ormai diamo per scontato accadano, e rispetto alle quali non ci chiediamo né il perché, né chi ne porta la responsabilità, e neanche che conseguenze potrebbe comportare.

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Di cosa parliamo?

Nei giorni scorsi con un decreto dell’Assessorato Regionale al Turismo si è provveduto a revocare un finanziamento per un importo pari a € 2.000.000,00 per i “lavori di costruzione di un impianto sportivo polivalente”,  il cui beneficiario è il Comune di Raddusa.

La motivazione?

Risiede nel fatto che l’Amministrazione comunale, ricevuto il provvedimento di finanziamento nel dicembre 2020, non ha fatto nulla; e non ha nemmeno risposto alle reiterate richieste di informazioni da parte dell’assessorato turismo, che aveva deliberato l’erogazione dei fondi.

Inoltre non vi è stata risposta nemmeno alla notifica sull’avviamento dell’iter per l’azione di revoca dell’investimento. Come se la cosa non li riguardasse.

Raddusa non è il primo comune e non sarà, purtroppo, l’ultimo che all’ottenimento di un finanziamento per la realizzazione di un’opera pubblica non fa seguire le azioni conseguenti e necessarie ed indispensabili per avviare i lavori. Il definanziamento consente, quindi, di poter liberare le risorse impegnate e destinarle ad altro soggetto.

Chi ci perde?

La comunità, che vede sfumare il diritto ad avere un impianto sportivo polivalente. E sappiamo bene cosa avrebbe rappresentato per un piccolo comune di un’area interna.

Ma perché a pagare devono essere i cittadini che non hanno colpa alcuna, se non quella di aver votato proprio i politici che fanno sfumare i progetti destinati all’intera comunità?

Credo sia venuto il momento che a rispondere di fatti del genere debbano essere gli amministratori su cui grava la responsabilità del mal governo.

Ritengo ormai non più procrastinabile l’assunzione di scelte coraggiose che diano il segno preciso che se decidi di candidarti ad una carica amministrativa, devi assumerti oltre a tutti gli onori anche tutti gli oneri che da quella carica ne discendono.

Perché la revoca di un finanziamento per colpa non giustificabile non deve diventare causa di ineleggibilità?

Nessuno vuole colpevolizzare gli amministratori, l’intento è quello della loro responsabilizzazione.

Ciò produrrebbe un ulteriore risultato: quello di affidare la scelta su chi finanziare non alla fedeltà politica dell’amministratore, ma ad una valutazione oggettiva e rigorosa sull’opera pubblica da realizzare e sulla reale condizione di fattibilità.

In questa direzione è sufficiente scorrere l’elenco delle opere proposte ad essere finanziate dal Fondo di Sviluppo e Coesione per comprendere che quello che conta non è il progetto, non è la visione, ma è probabilmente solo il rapporto con i vertici regionali o con il determinato assessore al ramo.

Tanto se si perdono i soldi non importa a nessuno, l’importante è avere fatto un buon e produttivo spot elettorale.

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