Nel primo pomeriggio di ieri, mercoledì 16 aprile, un nutrito gruppo di persone ha iniziato a radunarsi presso la magnifica piazzetta “Goliarda Sapienza” del quartiere San Berillo.
A partire dalle ore 16.00 lo spazio cittadino intitolato alle celebre scrittrice siciliana si infatti progressivamente popolato di cittadini, turisti, curiosi, uomini e donne di chiesa, fedeli ecc…; tutti riuniti in occasione della Via Crucis della Speranza organizzata dalla parrocchia SS. Crocifisso della Buona Morte di Catania.
La cerimonia, presieduta dall’Arcivescovo della città etnea, Monsignor Luigi Renna, è iniziata con una stazione un “anomala” rispetto alle consuete tappe che contraddistinguono la passione di Gesù: la “numero 0”, nella quale si è raccontato dell’episodio in cui Cristo donò sè stesso nel cenacolo. Un punto di partenza simbolico, per ricordare come tutte le storie, anche le più grandi, inizino tutte con un semplice primo passo nella direzione sperata.
Inoltre, prima di far partire la vera e propria processione tra le vie del quartiere, l’Arcivescovo ha in qualche modo chiarito il “titolo” scelto per questa celebrazione: “Non ci può non essere una Via Crucis che non sia della speranza, perchè in realtà tale percorso sappiamo che non finisce con una tomba, ma con una tomba vuota!”.

Infine è stata ribadita la volontà di portare spiritualmente insieme nel rito anche il dolore di tutte le persone che attualmente portano una croce, quella di una guerra, di un lutto, di una malattia o il dramma che colpisce le persone migranti.
A tal proposito l’artista del quartiere Franchina ha letto un passo molto significativo relativo alla tragedia dei naufragi nel mediterraneo, presentando la stele eretta in onore delle vittime sotto l’albero di Ulivo al centro della piazza.

Successivamente si è dato il via alla lunga processione tra le vie del quartiere, specchio impietoso delle scelte operate nel corso del tempo. La zona è infatti passata dall’essere considerata come una potenziale area “nobile” di Catania nei piani di ricostruzione post sisma del 1693, al diventare un quartiere portuale tipico delle città mediterranee – pieno di bordelli, commercianti, artigiani e piccole attività commerciali; fino al divenire oggetto, negli anni ’50 del 900, di piani urbanistici fallimentari.
Proprio in questo scenario, tra edifici che mostrano ancora i segni delle cannonate della seconda guerra mondiale, e nuovi palazzi riqualificati da associazioni cittadine come Trame di Quartiere; tra finestre murate e pitturate dai ragazzi della zona, tra buche sull’asfalto piene d’acqua e cantieri recentemente aperti dal Comune; la processione è andata avanti, accompagnata da canti religiosi, e da qualche goccia di pioggia che andava e veniva.

Dopo le tante lettura e “meditazioni” proposte ad ogni fermata, tra le quali annoveriamo quella di una persona Trans che ha portato la sua personale testimonianza di cosa voglia dire sentirsi giudicati e disprezzati dalla società, la processione è giunta verso le sue fasi finali nei pressi della Piazza Giovanni Falcone e successivamente all’interno della Chiesa del SS. Crocifisso della Buona Morte.
Poco prima di entrare in chiesa, proprio in prossimità dei gradini d’ingresso, si è svolta una toccante cerimonia che ha coinvolto l’Imam della Moschea di Catania Kheit Abdelhafid, e successivamente si è assistito ad un canto della comunità ortodossa; tutto ciò a suggellare ancora una volta come questa celebrazione sia stata davvero un’occasione di scambio e dialogo interreligioso.
Dentro la chiesa SS. Crocefisso si è celebrata l’ultima stazione della via Crucis, e successivamente l’Arcivescovo di Catania Mons. Luigi Renna ha pronunciato il suo discorso finale in occasione della Santa Pasqua. Il suo messaggio è iniziato specificando come sia necessario andare contro certe logiche che sembrano legittimare alcune persone ad affermare “la croce è mia”, poichè “nessuno può essere escluso dalla croce, e quando la croce è condivisa mette insieme tutti gli uomini“.

E in questo senso senso S.E. Luigi Renna ha anche specificato che “La bellezza della via crucis di San Berillo è che prendono parola tutti, a prescindere dalla propria religione. Il braccio orizzontale della croce abbraccia tutti”
inoltre ha concluso con un messaggio pasquale rivolto a tutti: “Nonostante ciò che succede non dobbiamo perdere la speranza nella giustizia, nella pace e nella solidarietà. Che i fiotti di luce che scaturiscono dalle ferite di cristo possano incontrare la nostra fede”
Vi ricordiamo che per potete anche assistere in video a tutte le fasi della via Crucis di ieri grazie alla nostra diretta trasmessa sulla pagina ufficiale di Hashtag Sicilia. La Redazione coglie l’occasione per augurarvi delle serene festività pasquali.