Bergoglio, un uomo credibile

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Il 21 aprile è morto Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, argentino proveniente da una famiglia di origini piemontesi. Sin qui la notizia.

In questi giorni sta circolando sul web il video di una passante in Piazza San Pietro a cui una giornalista domanda cosa provi per la morte del Papa. La persona con grande gentilezza risponde di non essere credente e di ritenere corretto che la domanda venga rivolta ad un credente. Questo gesto di onestà intellettuale, utilizzato come sberleffo dalla rete, è probabilmente il tributo più onesto giunto sin qui dalla morte del Papa.

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Aprendo le pagine dei principali giornali nazionali, l’elenco degli autoproclamati amici e amiche del Papa è davvero ampio, soprattutto in ambito politico. E questo stona con la solitudine e indifferenza a cui proprio il mondo politico, non solo italiano, lo aveva relegato, ancor più negli ultimi anni. Se infatti chi scrive non concorda su molte delle posizioni teologiche di cui un Papa non può che essere rappresentante, né lo si può chiedere, è vero d’altro canto che questo Papa è stato forse uno dei pochi personaggi pubblici a prendere posizioni nette riguardo temi su cui tanti intellettuali che vanno per la maggiore hanno inizialmente deciso di sorvolare, anche per opportunismo: uno su tutti il genocidio di Gaza. Il Pontefice è stato tra i primi a condannare il fatto e soprattutto a non stancarsi di farlo, chiedendo la pace per quel popolo.

Ecco, chi scrive ricorda bene quelle prime settimane della guerra a Gaza, e la cosa che più si dovrebbe ricordare è il silenzio pneumatico dell’intellighenzia italiana e di gran parte di quella europea.

Papa Francesco è stato anche il Papa che ha provato a riportare le periferie del mondo al centro del dialogo della Chiesa. Non so se ci sia riuscito, ma è un fatto che ci abbia provato. Ha contestato sino all’ultimo le decisioni dei Governi sull’abbandono dei migranti e sulle deportazioni. E nonostante i tanti amici e le tante amiche professate di questi giorni, il suono che hanno prodotto quelle richieste è stato quello di un martello sulla sabbia.

Non sta a me, come giustamente non stava alla passante di prima, esprimere il mio pensiero su questo Papa e probabilmente neppure scriverne un coccodrillo. Tuttavia, pensando all’uomo Jorge Mario Bergoglio mi vengono in mente le parole di un grande siciliano, il giudice (e Beato) Rosario Livatino, assassinato il 21 settembre 1990 dalla Stidda: “Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”. Ed era ad un’udienza generale del 2021 che il Papa utilizzava proprio questa citazione dai diari del giudice Livatino con l’intento di richiamare l’attenzione “sullo scandalo di chi pretende di amare il Signore che non vede, e disprezza il fratello che vede e che tocca ogni giorno” (L’Osservatore Romano, 30 dicembre 2021).

Ecco, quello che si può riconoscere a Bergoglio è quello di essere stato un uomo credibile, e non è poco.

Giuseppe Emiliano Bonura

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