Lettera aperta dei discendenti degli emigrati siciliani in Cile

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Con profondo rispetto e dal cuore del Sud America, noi membri della comunità di siciliani ediscendenti di emigrati siciliani in Cile, desideriamo esprimere le nostre riflessioni in merito alrecente decreto-legge n° 36 del 28 marzo 2025 sulla cittadinanza italiana per discendenza.Noi in maggioranza non facciamo parte di una migrazione recente né motivata da opportunitàeconomiche attuali. I nostri genitori, nonni e bisnonni arrivarono in Cile negli anni più difficili delventesimo secolo: tempi di guerra, fame e disperazione. Lasciarono la loro amata Sicilia con ilcuore spezzato, non per mancanza d’amore verso la patria, ma per necessità di sopravvivere.Giunsero in un Cile che li accolse con speranza, ma anche con molte difficoltà. Lavoraronoduramente, nei campi, nei porti, nell’edilizia, come venditori ambulanti. Si ricostruirono una nuova vita con dignità e sacrificio, senza mai dimenticare la terra che li aveva visti nascere.Nel corso degli anni, i nostri nonni ci hanno trasmesso la lingua, la storia, il cibo, i santi, i valori,la cultura e soprattutto, la promessa immancabile di tornare in un modo o nell’altro in quella Isolaamata perché siamo italiani. Sebbene non tutti siamo nati lì, molti di noi sentiamo un senso diappartenenza profondo, come se l’avessimo vissuto. Provenendo da una emigrazione antica,oggi la nostra realtà è radicale: la maggior parte di noi appartiene alla terza o quartagenerazione. Eppure, il cuore è ancora in Italia ma i nostri figli, nipoti e pronipoti non potrannomai ritornare con la illusione dello studio, del lavoro o di farsi una vita là. Veramente siamo alloraitaliani come lo dice la costituzione?La riforma della legge sulla cittadinanza, limita il diritto alla discendenza a solo due generazionied esigendo condizioni che molte famiglie umili non potranno soddisfare quindi sono già esclusi dalle nuove norme. Ma, ci si può esclude solo in virtù di una pratica amministrativa che mette in discussione la nostra identità culturale, la nostra memoria condivisa, il nostro legame emotivo con l’Italia e classifica gli italiani in cittadini di diverse categorie.Non scriviamo queste righe con lo spirito di confronto e con il desiderio di essere ascoltatiper rispetto dei nostri antenati. Siamo parte dell’eredità viva dell’Italia nel mondo e comeassociazione manteniamo vive le sue tradizioni, la sua lingua, il suo spirito. Ci addolora che civengano chiuse le porte proprio quando volevamo bussare con rispetto e convinzione, èdemotivante immaginare che in 10 o 15 anni, la nostra associazione non avrà più membricittadini italiani.Abbiamo fede che il governo italiano, il parlamento ed anche le regioni, possano riconsiderarequesta decisione con uno sguardo più ampio per il buon futuro dell’Italia uno sguardo che includa anche coloro che, pur lontani dai suoi confini, da un paese chiamato Cile, dal sud del mondo, ciconsideriamo, perché non dirlo, una risorsa che estende l’identità italiana ben oltre i suoi confinie che continuiamo a sentirci autentici siciliani e per tanto, italiani.Con stima,Trinacria – USEF Associazione Siciliani del Cile Santiago del Cile, Aprile 2025

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