Salute, il racconto del convegno: “quale futuro per il sistema sanitario regionale e catanese” organizzato da ReVE

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Il sistema del volontariato e della cittadinanza attiva rappresentano l’energia vitale nella società, quali soggetti protagonisti a tutela del diritto alla salute e dei diritti di cittadinanza. Lo dichiarano Emilia Salviani, Lugi Maugeri e Salvatore Mirabella, rispettivamente presidente, e vice presidenti di ReVE.

La relazione introduttiva affidata all’on Concetta Raia, già parlamentare Ars del Pd, ha affrontato i temi della Medicina del territorio: il governo regionale si assuma le proprie responsabilità e metta l’acceleratore affinché non si perdano le importanti risorse per costruire una sanità più equa e giusta in Sicilia e a Catania A tredici mesi dal termine fissato dal PNRR (giugno 2026), la Sicilia è ancora ferma al palo sulla realizzazione di Case e Ospedali di Comunità. I ritardi non sono accidentali: sono la cartina di tornasole di una responsabilità politica chiara, che ricade sul governo regionale e sul suo assessorato alla salute.

I NUMERI DEL FALLIMENTO

  • Solo il 7,1 % delle strutture previste è stato completato
  • Delle 155 Case di Comunità e 43 Ospedali di Comunità promessi ancora ad oggi solo qualche struttura è stata completata. Era stata prevista una fase sperimentale che termina a luglio  2025, che vedeva il coinvolgimento di 9 presidi in tutta la Sicilia, ma questa sperimentazione è partita in appena 2 province; figuriamoci quali saranno i tempi per il completamento di tutte le strutture previste dal Pnrr
  • Mancano all’appello circa 2 100 infermieri, 1 500 operatori socio sanitario, 155 assistenti sociali, e tante altre figure professionali che rappresentano lo standard di personale previsto dal dm77/2022. Vi è una responsabilità evidente della regione sui ritardi.

    Se consideriamo che manca a tutt’oggi:
     1) Accordo integrativo con i MMG. Da mesi l’assessorato rimpalla con i sindacati dei Medici di Medicina Generale senza siglare l’intesa indispensabile a rendere operative le strutture. Senza i MMG e i pediatri di libera scelta, le Case di Comunità e gli ospedali di comunità, restano gusci vuoti, e non basta la volontà di qualche singola provincia siciliana ad aver raggiunto un accordo se poi non vi è una omogeneità regionale.

    2) L’eliminazione del tetto di spesa per l’assunzione del personale medico e sanitario, è assolutamente necessario ed urgente.

    3) Occorre rilanciare gli ospedali delle aree interne, attraverso assunzioni dedicate solo per questi nosocomi quali ad esempio Caltagirone, che da tempo soffre di una carenza cronica di personale La spesa sanitaria nazionale, ferma al 6% del Pil sta mettendo in discussione il modello universalistico del diritto alla salute per tutti i cittadini, facendolo scivolare in modo subdolo verso un modello assicurativo e privatistico. La Sicilia rischia di perdere risorse europee e di non essere al passo con le altre regioni perché incapace di costruire un welfare di prossimità, assolutamente necessario ed urgente, specie per i cittadini più fragili e più anziani.

    Ci dispiace che a questa iniziativa promossa dal volontariato si registri l’assenza del Sindaco, che va ricordato è la massima autorità sanitaria del territorio, insieme alle istituzioni sanitarie del territorio. Non si può accettare che cittadini siano sempre più soli quando devono affrontare un bisogno di salute, lo dichiara Angelo Villari presidente dell’associazione comunità in progresso. C’è una popolazione che invecchia, lo dice Emiliano Abramo presidente della Comunità di Sant’Egidio, e manca una visione di welfare integrato e complessivo che prenda in carico i soggetti più fragili. Molto importanti gli interventi del dott. Orazio Meli referente ordine dei fisioterapisti, dott. Mimmo Torrisi presidente tribunale diritto del malato, Prof.ssa Maria grazia Romano della rete civica della salute, Mario Crocitti già consigliere comunale di Catania, Avv. Pia Giardinelli consigliere provinciale del Pd, Nino Sciuto e Angela Cerri consiglieri di municipalità, e le tantissime altre associazioni presenti all’incontro. A conclusione del dibattito l’intervento, in rappresentanza dell’AGENAS, del dott. Angelo Pellicano, che ha ribadito quanto sia urgente e necessario che si arrivi all’accordo con i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta per il concreto avvio delle AFT (aggregazioni territoriali funzionali) e per una completa integrazione tra le componenti di medicina territoriale, di prossimità, con la telemedicina, attraverso una continua verifica e stratificazione dei bisogni di salute della popolazione. Inoltre, bisogna procedere alla formazione ed assunzione di 800 IFOC (infermieri di comunità): figure professionali indispensabili ed innovative nella strategie operative della Medicina di prossimità. Particolare rilievo AGENAS ha dato allo sviluppo di un sistema informatico unico regionale, tale da ricondurre ad un unico cruscotto tutti dati, con i relativi bisogni sanitari del cittadino.
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