Grotte, Ricordando Ingrao 110° Anniversario: il racconto dell’evento e dei suoi protagonisti

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Sabato scorso a Grotte, un piccolo comune del Libero Consorzio di Agrigento, si è svolto un importante convegno sul tema: “Ricordando Ingrao 110° Anniversario“ per commemorare l’onorevole Pietro Ingrao, dirigente di primo piano del PCI ed ex presidente della Camera dei Deputati, originario del borgo. L’iniziativa è stata coordinata e diretta dal dottor Salvatore Bellavia.

All’evento, promosso dall’amministrazione comunale su suggerimento del senatore Angelo Lauricella e con il patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana ed in collaborazione con ANPI Agrigento, ed centro Culturale Pasolini; hanno partecipato tre dei cinque figli dell’onorevole Ingrao: Celeste, Bruna e Guido, accompagnato dalla moglie.

L’iniziativa svoltasi nella sala della Biblioteca comunale ha richiamato un vastissimo pubblico proveniente anche dai comuni limitrofi, a testimonianza del prestigio di cui godeva l’ex presidente della Camera dei Deputati.

Nel corso della manifestazione sono intervenuti gli ex sindaci di Grotte, l’assessore comunale Giovanni Lombardo, il presidente del Centro Culturale Pierpaolo Pasolini di Agrigento, la figlia dell’onorevole Ingrao Celeste, il senatore Angelo Lauricella e il presidente della Commissione antimafia Antonello Cracolici; e inoltre vi è stato anche un intermezzo musicale, eseguito dal duo dei musicisti Mannella – Orlando, che hanno interpretato tre canzoni del cantautore Paolo Conte. Inoltre Paola Sardo, Alessandra Criminisi e Salvatore Milana del Laboratorio teatrale di Grotte hanno letto una poesia e due brani del libro di Ingrao “Volevo la Luna”.

All’inizio del pomeriggio il sindaco Alfonso Provvidenza e l’assessore Lombardo, dopo aver ringraziato il comandante dell’Arma dei Carabinieri, il signor Tuminello, arrivato dal Canada per consegnare l’albero genealogico degli Ingrao da lui ricostruito, si sono soffermati sulla storia del bisnonno che fu sindaco del borgo nel 1893 e del nonno Francesco, che a causa della sua attività cospirativa, fu costretto a scappare e a rifugiarsi a Lenola, il paese dove nacque l’onorevole Pietro Ingrao. Il sindaco e l’assessore hanno concluso i loro interventi accennando all’orgoglio dei cittadini di Grotte per questo illustre concittadino; ricordando il suo legame con il paese d’origine, e il suo attaccamento allo stesso, testimoniato dalla partecipazione a tutte le iniziative a cui veniva invitato.

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Il dottor Antonio Carlisi (l’ex sindaco democristiano che nel settembre del 2001 gli conferì, unitamente al Consiglio comunale, la cittadinanza onoraria), si è soffermato sul suo spessore umano, sulle doti politiche non comuni e sul discorso che l’ex presidente della Camera pronunciò in quella circostanza, intriso d’affetto verso i grottesi e densò di riferimenti sulla questione meridionale e specificatamente sulle condizioni in cui versava allora la Sicilia.

Il presidente del Centro Culturale Pierpaolo Pasolini, Maurizio Masone, che ha parlato prima della figlia Celeste, ha esordito ricordando il suo rapporto con il mondo della cultura e con gli intellettuali, la passione di Ingrao per la poesia e per il cinema – che considerava uno strumento poderoso capace di rappresentare la realtà e di influenzarla. Inoltre ha ricordato la sua attenzione nella confronti dei fermenti presenti nel mondo cattolico. Masone ha concluso il suo intervento accennando prima al fatto che Ingrao e Pasolini, pur essendo diversissimi, si rispettavano molto anche perchè erano accumunati da una profonda inquietudine, entrambi non amavano verità assolute e si interrogavano continuamente; e poi al fatto che Ingrao era forse l’unico dirigente del PCI che prendeva sul serio Pasolini e non lo percepiva come un provocatore.

La signora Celeste Ingrao, che ha parlato a nome di tutti i suoi fratelli, dopo aver ringraziato il sindaco e quanti si sono prodigati nell’organizzazione dell’evento finalizzato a ricordare l’impegno civile, politico, morale del padre e il suo attaccamento al paese d’origine, ha accennato al nonno, mazziniano e garibaldino a cui Giuseppe Cantarano dedicò un libro che contiene anche un’intervista del padre, pubblicato da Sellerio nel 2001 che si intitola “La bandiera degli elettori“. Prima di concludere il suo intervento ha detto che le sue origini siciliane non derivano solo dalla famiglia del padre, ma anche di quella della madre che era figlia del catanese Giuseppe Lombardo Radice, Pedagogista e filosofo. Celeste Ingrao ha concluso dicendo di essere orgogliosa sia di quel nonno un pò anarchico che combattè contro lo Stato post unitario, per difendere la povera gente, i zolfatari e per l’emancipazione delle donne; e sia del padre che lottò contro il nazifascismo e per affermare i valori della sinistra e del mondo progressista. Entrambi accumunati da un afflato riformista e progressista il cui scopo era quello di rendere questo mondo un po’ migliore.

Il professore Pietro Agnello, ex sindaco di Grotte, ha esordito dicendo che la sua vicinanza al pensiero politico dell’onorevole Ingrao non era dettato solo dal fascino politico, delle idee che propugnava e dal seguito che aveva tra i giovani, ma era anche dettata dal fatto che era un pò eretico, come tutti i grottesi. Ha ricordato quando lo invitò nel dicembre del 1979 concordando con lui di trascorrere due giorni nel suo paese d’origine. Il primo giorno fu dedicato ad un convegno che aveva per tema “Mezzogiorno, Regioni e Autonomie Locali , in quella occasione pronunciò un discorso di enorme spessore politico sostenendo l’esigenza di far diventare la questione meridionale una questione nazionale. Il secondo giorno fu dedicato ad una riflessione sul nonno Francesco nella quale venne coinvolto anche il professor Massimo Gangi, studioso del Risorgimento e il professore Valenti. Furono due giorni meravigliosi grazie ai quali si rafforzò l’ammirazione e la stima nei suoi confronti e il suo rapporto con la comunità di Grotte a cui si sentiva particolarmente legato.

Gandolfo Mazzarisi nel suo intervento, oltre ad aver insistito sul legame affettuoso che Pietro Ingrao aveva con i cittadini di Grotte, ha ricordato quando da segretario della sezione del PCI lo invitò a partecipare alla festa dell’ Unità; un evento che grazie alla sua presenza si trasformò in una grandissima festa di popolo. Infine ha fatto cenno al fatto che quegli anni erano caratterizzati da tensione ideale e morale, da passione e impegno politico e dalle lotte per affermare i diritti dei lavoratori e per allargare la partecipazione democratica dei cittadini.

L’ex senatore Angelo Lauricella ha aperto il suo intervento portando i saluti dell’Associazione Nazionale Ex Parlamentari e ricordando che l’evento è nato dall’iniziativa di amici e familiari di Pietro Ingrao. Ha sottolineato l’importanza del 110° anniversario dalla nascita di Ingrao, figura identitaria per la Sicilia e per la sinistra italiana. Ne ha tracciato il profilo ricordandolo come partigiano, parlamentare e uomo di pensiero critico. Ha sottolineato il suo ruolo fondamentale nel dopoguerra nel guidare le energie popolari verso un’organizzazione democratica e nella costruzione della Costituzione. Inoltre ha ricordato come Ingrao fu tra i primi a promuovere l’idea della democrazia partecipata, anticipando temi come la parità di genere, i diritti degli studenti e la riforma della scuola. Durante il ’68 cercò di ascoltare le istanze dal basso, in un partito comunista che invece tendeva alla chiusura. Inoltre Angelo Lauricella ha rimarcato il valore del dubbio e del confronto come strumenti di crescita democratica. Ha infine ricordato la visione poetica di Ingrao, simboleggiata dal sogno della luna: non l’ha toccata, ma ha saputo mostrarne la luce a tutti.

L’onorevole Antonello Cracolici, presidente della Commissione Regionale Antimafia, ha iniziato la sua riflessione dicendo che per quelli della sua generazione in politica i punti di riferimento erano due: l’ex Presidente della Camera, che per i giovani ragazzi e ragazze rappresentava la passione; e l’onorevole Enrico Berlinguer, che invece rappresentava la ragione. L’On. Cracolici ha inoltre sottolineato come queste due figure fossero viste come dei grandi personaggi della sinistra, non più legati all’esperienza della Terza internazionale, alla Unione Sovietica, ma profondamente radicati nella storia italiana e sinceramente impegnati a costruire un modello di socialismo lontano da quello dei paesi socialisti. “L’onorevole Ingrao – ha continuato Cracolici – obbligava ciascuno di noi a studiare di più, non per avere di più, ma per contare di più; e da questo punto di vista ha ricordato che i partiti della prima Repubblica, e in particolare il PCI, erano delle vere e proprie scuole con una grande funzione pedagogica”. Infine ha ricordato che Pietro Ingrao, pur essendo un pò “eretico”, era comunque un uomo di partito che talvolta, anche quando non era convinto di alcune cose, accettava comunque le scelte della maggioranza del gruppo dirigente, dopo però aver espresso in tutta libertà le sue opinioni. Fù così ad esempio quando il partito decise di appoggiare il Governo di Solidarietà Nazionale (formato per respingere il terrorismo delle Brigate Rosse) e quando gli fu proposto di fare il Presidente della Camera dei Deputati. Il presidente della Commissione Antimafia ha concluso ricordando la sua perplessità quando venne a conoscenza della mancata adesione di Ingrao alla svolta Bolognina promossa da Occhetto; ma nonostante questo l’On. Cracolici non ha perso occasione di confermare come non venne mai meno in lui la visione di Ingrao come grande figura della politica italiana.

La manifestazione si è conclusa al canto di “Bella Ciao” iniziato con la musica di un fischietto simile a quello utilizzato dai pastori, ed interpretata come un motivo di Jazz dal duo Mannella-Orlando.

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