Da molto tempo, ormai, si era ritirato dalla scena pubblica. In tanti, però, continuavano a ricordarlo, per l’attività imprenditoriale, l’impegno associativo e il tratto umano garbato ed elegante. Ivan Lo Bello si è spento oggi a Catania, all’età di 62 anni, dopo una lunga malattia. Una scomparsa che ha provocato profondo cordoglio, nella sua Siracusa ma ben oltre, in Sicilia e in tutto il Paese, dove aveva rivestito ruoli di primissimo piano.
Gli inizi e il successo
I primi passi, Lo Bello li aveva compiuti alla Fosfovit, l’impresa di prodotti per l’infanzia – in particolare biscotti – fondata nei lontani anni Trenta dal nonno Ivanhoe. Sotto la sua gestione, diventerà un’azienda leader a livello nazionale. “Abbiamo profonde radici siciliane.Ma con i nostri biscotti abbiamo nutrito intere generazioni di italiani”, è lo slogan voluto proprio da lui. Nel 1998, poco più che trentenne, è già nel Consiglio di Amministrazione del Banco di Sicilia. Dimostra subito di saperci fare, in anni non semplici per l’Isola.
Gli anni in Confindustria
È l’inizio di una carriera da dirigente tanto ricca da essere difficile da sintetizzare, sia pure nei suoi punti salienti. Nel 1999 è nominato presidente di Confindustria Siracusa. Lo rimarrà fino al 2006, quando sarà chiamato a guidare l’associazione a livello regionale. Da presidente di Confindustria Sicilia, inaugura la politica della “tolleranza zero” nei confronti del pizzo. “Lo Bello”, scrive in un suo libro di qualche anno fa il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia, “lancia il codice etico degli iscritti […] e annuncia l’adesione ad Addiopizzo. Chiede scusa alla vedova Grassi. Rompe con un passato d’omertà associata che ha pianto i morti ma non ha sorretto i vivi quando ce n’era bisogno”.
Gli incarichi nazionali
Nel 2012 diventa vicepresidente nazionale di Confindustria, con delega all’educazione. Nel 2015 è nominato presidente di Unioncamere, l’Unione Italiana delle Camere di Commercio. In mezzo, una profusione di cda, presidenze, fondazioni. Con grandi soddisfazioni, ma anche con grandi preoccupazioni. Nel 2016 è indagato nella cosiddetta “inchiesta Petrolio” della procura di Potenza. L’anno seguente arriva l’archiviazione. Ancora più dolorosa la vicenda del rapporto con Antonello Montante, subentratogli come presidente di Confindustria Sicilia nel 2012. Insieme ribadiscono l’impegno antimafia dell’associazione. Di lì a poco, però, le cose cambiano. I rapporti tra i due si fanno tesi, a tratti drammatici. Da quel momento, nulla sarà come prima. Nella politica e nell’imprenditoria siciliana, con la scoperta del “sistema Montante”. Ma anche nell’uomo, Lo Bello, che più di tutti gli altri aveva lottato per il rinnovamento.
Il cordoglio dei vertici siciliani
Molte le personalità che in queste ore piangono l’imprenditore, il dirigente, l’amico. Per il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, “se n’è andato un uomo di rara intelligenza”, apprezzato per il suo carattere ma soprattutto “per la capacità di leggere la realtà e offrire soluzioni sempre volte alla crescita civile ed economica”. Per il presidente della Confindustria provinciale, Gian Piero Reale, “la morte di Ivan Lo Bello lascia un vuoto incolmabile nella nostra città”, avendo egli rappresentato “una generazione che ha creduto nella bellezza”. Per l’ex ministro dell’interno Enzo Bianco, l’Isola perde “un imprenditore all’avanguardia, eroe di numerose battaglie contro la mafia e la criminalità organizzata”, che con il suo impegno ha contribuito “a sviluppare con coraggio la coscienza che senza legalità non c’è sviluppo”.
Un ricordo personale
Chi scrive si permette di condividere un ricordo personale. Diversi anni fa, di passaggio inredazione per un’intervista, Lo Bello si fermò a conversare con i giornalisti. Scorgendo un libro su una scrivania, sporse la testa incuriosito. Si trattava del “Commentario allegorico alla Bibbia” di Filone d’Alessandria. Non proprio una lettura da spiaggia, sulla quale infatti il proprietario del volume si stava arenando. Il presidente, invece, stupì tutti parlandone con passione, e citandone a memoria interi brani. Un episodio che, con il senno di poi, riverbera una luce triste e nuova.
Valerio Musumeci