Se la partecipazione politica appare in affanno, la CGIL di Catania è decisa a ripartire dalla scintilla del referendum che, pur non avendo raggiunto il quorum, ha richiamato alle urne oltre 200.000 cittadini catanesi che hanno voluto dire la propria su diritti e lavoro, dignità e giustizia sociale.
Di questa “consegna per il futuro” ha discusso la segreteria confederale riunitasi ieri in via Crociferi per fare il punto sui prossimi obiettivi del sindacato.
La campagna referendaria, definita dai vertici provinciali “un’esperienza inedita e straordinaria”, ha rinnovato il dialogo tra sindacato e territorio. Dalla distribuzione dei materiali informativi ai gazebo nelle piazze, dai confronti porta a porta nelle periferie agli incontri con i giovani precari negli atenei, ogni tappa ha restituito il senso della militanza collettiva.
«Abbiamo riscoperto il valore della partecipazione», afferma il segretario generale Carmelo De Caudo, ieri riunitosi nella sede di via Crociferi con i segretari Giuseppe D’Aquila, Valentina Di Magro, Rosaria Leonardi e Salvo Leonardi, «e non lasceremo che questa energia si disperda. Con il nostro segretario generale Landini ci siamo detti chiaramente che questa non è stata una parentesi, ma è l’inizio di un percorso più profondo. Abbiamo scoperto che a livello nazionale i giovani tra i 18 e i 34 anni hanno partecipato con una percentuale del 37% e le donne sono state il 54% dei votanti».
L’obiettivo ora è trasformare lo slancio civico in proposte concrete, a partire da un’agenda che includa l’occupazione stabile, la prevenzione dei rischi sul lavoro e l’estensione dei diritti di tutela sociale. Il dato dell’astensionismo più elevato nei quartieri svantaggiati rappresenta un’autentica emergenza democratica. Dove ci sono disagi sociali, povertà e marginalità, il silenzio elettorale ha superato il 70%. «Dove cresce il silenzio, dobbiamo portare più voce», ammonisce la segreteria provinciale. Per questo, la CGIL progetterà nuovi percorsi di inclusione che incidano non solo sulle urne, ma sulla vita civile e quotidiana delle comunità più fragili. Catania paga inoltre un tributo pesante a incidenti e infortuni, con picchi nei settori dell’edilizia e della logistica. La CGIL continuerà a battersi per il potenziamento dei corsi di formazione obbligatoria per lavoratori e datori di lavoro. in collaborazione con l’ università, l’ implementazione di protocolli di sicurezza più stringenti e controlli ispettivi ravvicinati. «La vita e la salute non sono negoziabili», ricorda la segreteria.
La CGIL rinnova la sua contrarietà alla legge Calderoli sull’autonomia differenziata, definita “fonte di possibili squilibri e disuguaglianze”. Sul piano locale, il sindacato richiama l’attenzione sulla Zona Industriale di Catania, vocata a diventare snodo logistico e produttivo per l’intero Mediterraneo. Non basta però che i governanti annuncino: servono progetti operativi, cantieri attivi e risorse certe. Con lo sguardo proiettato al futuro, la CGIL di Catania rilancia la propria azione quotidiana, convinta che «la democrazia non si esaurisce nelle urne, si costruisce con l’impegno di ogni giorno», conclude il segretario generale. Tra i prossimi passi nuovi confronti sui temi della sanità, dell’istruzione, dei trasporti, della transizione energetica e dell’urbanistica.