Il matrimonio di Jeff Bezos a Venezia tra sfarzo, polemiche e ipocrisie: benvenuti ‘ricconi’, ma pagate il conto!

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Salve a tutti e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Così è (se vi pare)“. Questa sera mi occuperò di una questione particolare che, sono certo, farà storcere il naso a chi non è mai contento e si esercita quotidianamente a spaccare il capello in quattro, e farà venire l’orticaria ad alcuni miei amici solo a sentir pronunciare questo sostantivo: ricchezza.

Lo spunto di questa riflessione su un tema, ammetto, un po’ leggero, me lo ha offerto il recente matrimonio dell’ultramiliardario Jeff Bezos con la signora Lauren Sanchez, celebrato a Venezia nei giorni scorsi.

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Un matrimonio che ha suscitato parecchie reazioni, quasi tutte di stizza, tant’è che il fondatore di Amazon, pare se ne sia tornato negli States – facendo prima una capatina per Taormina – molto amareggiato, dopo, ovviamente, aver ballato l’ultima notte di permanenza nella città lagunare con le più belle donne del jet society del pianeta.

A leggere i resoconti dei giornali che hanno raccontato per filo e per segno la cerimonia sfarzosa, le teste coronate e i nomi altisonanti degli invitati, arrivati quasi tutti con jet personali o in elicottero, dopo essere sbarcati dai mega yacht ormeggiati nelle coste istriane o in quelle croate. Le reazioni sono state di due tipi.

Una di indignazione, non solo perché si ostentava troppo lusso e le loro imbarcazioni inquinavano il mare di Venezia, ma anche perché tutto quello sfarzo era un offesa ai poveri; l’altra di condanna nei confronti dei poteri pubblici che, a detta di molti, si sono genuflessi davanti alle richieste e alle bizzarrie dei ricconi.

In sostanza la gente si è indignata perché un miliardario ha fatto cose da miliardario, dimenticandosi però che quel matrimonio ha consentito a Venezia di fare il pieno di visibilità globale e che centinaia di persone hanno lavorato e guadagnato grazie a quell’evento: chef stellati, gondolieri, fioristi, tecnici del suono, elettricisti, addetti stampa, portaborse e porta cani, camerieri e hotel di lusso strapieni.

Una indignazione che fa a pugni con il fatto che in ogni stagione operatori turistici, albergatori, ristoratori, balneari, ecc. fanno carte false per accaparrarsi una fetta sempre più grande di turisti, e non di turisti qualsiasi, bensì di quelli che definiscono “ricconi” e, se questi non vengono, li additano al pubblico disprezzo dicendo che non sanno quello che si perdono.

Rispetto poi all’altra reazione, vale a dire alla critica nei confronti degli amministratori locali che si sarebbero inginocchiati di fronte a tutte le richieste dei magnati si può dire una sola cosa: se gli amministratori della città lagunare hanno dato ai miliardari servizi in più di quelli che danno normalmente ai veneziani e a chi visita la città ogni giorno, o hanno riservato un trattamento di favore a questi signori e non li hanno fatti pagare, hanno fatto male.

Se non altro perché questi signori avrebbe potuto tranquillamente pagare senza svenarsi economicamente e senza togliersi il pane dalla bocca.

La richiesta di questo eventuale obolo da richiedere a fronte di servizi “speciali“ ottenuti non può decadere solo perché pare che il signor Bezos abbia elargito ad enti e istituzioni della Serenissima tre milioni di euro.

Non so se, come sostengono in tanti, la magia di questo evento resterà nella memoria collettiva come il matrimonio dell’anno, o del decennio.

Non so neppure se sia realizzata la previsione del Ministero del turismo, secondo la quale questo evento avrebbe avuto un impatto di 968 milioni di euro, una cifra pari al 68 per cento del fatturato turistico annuale di Venezia.

Quello che so è che anche a questo matrimonio faraonico viene data una doppia interpretazione: da un lato si sostiene che ostentare tutto quel lusso e quella ricchezza sia stato un pessimo esempio dato ai giovani perché si è fatta vedere loro una realtà che esiste solo per pochi; dall’altro che i giovani per costruirsi un futuro radioso dovrebbero partire dall’esperienza di un uomo come Bezos che si è fatto da solo, creando in un piccolo garage di casa Amazon, fondando Blue Origin, una società attiva nei voli spaziali e poi acquistando il Washington Post, uno dei più autorevoli giornali d’America.

Personalmente non odio la ricchezza, e di conseguenza non mi turbano più di tanto le spese faraoniche sostenute per celebrare questo matrimonio, nè mi scandalizza il fatto che la signora Bezos abbia cambiato 27 abiti in 72 ore.

Pertanto non condanno nè la ricchezza nè i ricchi, condanno tutti quei personaggi che si sono arricchiti:

  • prevaricando e sfruttando gli altri, in particolare i soggetti più deboli e rubando;
  • depredando le risorse naturali dei paesi africani;
  • Sfruttando il lavoro dei bambini;
  • Stuprando la natura e devastando i territori.
  • e… facendo tutta un’altra serie di attività analoghe che vedremo insieme questa sera!

Non ci resta che darvi appuntamento alle ore 20.00 con la nostra prima visione trasmessa sulla nostra pagina Facebook, sul nostro canale Youtube, e sui nostri altri canali social. Non mancate!

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