Blitz sui Nebrodi, Asaec Antiestorsione: “Duro colpo alla mafia rurale, ma c’è ancora tanto da fare”

Foto tratta dal siti di Asaec Antiestorsione

CATANIA – “Un duro colpo alla mafia rurale è stato inferto! Ma c’è tanto ancora da fare”. Lo scrive in una nota l’ASAEC Antiestorsione di Catania, commentando il blitz della Dda di Messina che nelle scorse ore ha colpito due clan mafiosi operanti sui Nebrodi, con l’arresto di novantaquattro persone e il sequestro di centocinquanta attività.

“A novembre 2019, promuovemmo una grande manifestazione a Troina, proprio contro la mafia dei pascoli dei Nebrodi – scrive l’associazione – Nel gennaio del 2018 fumo auditi in commissione regionale antimafia per esporre, non solo i casi di mafia rurale da noi seguiti nei vari processi ma anche le perverse dinamiche che stanno alla base del fiorire della criminalità in agricoltura ed oggetto dell’esposto che presentammo nell’agosto del 2018 presso la Procura della Repubblica di Catania”.

“L’imponente operazione condotta dai Ros dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza che ha azzerato i vertici del clan dei Batanesi e del clan dei Bontempo tutti di Tortorici fa ben sperare – prosegue ASAEC – ma è necessario che la collettività prenda consapevolezza del grave fenomeno che affligge le nostre campagne. 194 indagati, 94 arrestati, 151 aziende agricole sequestrate e diversi professionisti coinvolti, tra i quali un notaio, ma anche figure istituzionali quali il sindaco di Tortorici, un consigliere comunale i Randazzo e dipendenti delle cca. Questa la portata del blitz contro la cosiddetta ‘mafia dei pascoli’ condotto dai Ros dei Carabinieri e della Guardia di Finanza”.

“Quello che emerge da questa imponente operazione è molto preoccupante – si legge ancora nella nota – ed i numeri, insieme alle dichiarazione dei magistrati, parlano chiaro: esiste una pervasiva intimidazione ambientale che, associata ad una sistemica collusione con professionisti e rappresentanti politici e delle istituzioni, ha permesso ai criminali di operare in ambito agricolo.
Attraverso un meccanismo consolidato di intimidazioni dirette o indirette (quali ad esempio incendi, pascolo abusivo, danneggiamenti di vario tipo) si induceva il privato ad abbandonare i propri terreni per poi appropriarsene.
Questa modalità di accaparramento fraudolento e violento di terreni privati è, purtroppo, ancora ampiamente diffusa in diverse aree della nostra regione”.

“Per questo riteniamo sia indispensabile tenere alta l’attenzione – conclude l’associazione – e, al di là delle dichiarazioni e dei proclami di rito, è ormai urgente e non più rinviabile, un tavolo di confronto che raduni tutti i più importanti protagonisti della lotta alla mafia agricola e dal quale emergano azioni chiare e dirette a contrastare un fenomeno che ha impedito un corretto e armonioso sviluppo agricolo, costringendo tanti giovani ad abbandonare i loro sogni e la loro terra”.