Catania, i dubbi della Cgil sull’ordinanza anti-Covid su consumazione cibo e bevande

CATANIA – Vietare la consumazione dopo le ore 23 di cibi e bevande nelle pubbliche vie e piazze della città catanesi per difendersi dal COVID significa non tenere conto di chi è costretto dal bisogno a vivere per strada.
A chiedersi come “sia possibile ancora una volta non differenziare la condizione di chi vive i luoghi della città per relax o per godere della movida e di chi invece di quelle piazze e pubbliche vie, costretto dal bisogno, ne ha fatto un luogo per viverci durante ogni ora del giorno e della notte“ sono il segretario della Camera del lavoro di Catania, Giacomo Rota, e il responsabile delle Politiche abitative della Cgil di Catania, Dario Gulisano.
Pur non entrando nel merito dell’ordinanza la Cgil segnala che “la discriminazione prende il sopravvento”, e che l’”azione  comunale si inserisce all’interno di un quadro già di per sé complesso e ostinato: il 14 ottobre scadrà la deroga grazie alla quale molti senzatetto singoli  sono stati ricoverati negli alloggi di transizione destinati, come da bando, alle famiglie in difficoltà; la città non sa ancora quali soluzioni alternative sono state previste e rimettere quelle persone per strada sarebbe un tragico fallimento per le istituzioni”.
Continuano Rota e Gulisano: “Il tutto è reso ancora più aleatorio dalla mancata consegna dei posti letto destinati ai senzatetto e individuati in un immobile sito  in via del Pino. L’assegnazione e la consegna sembrano essersi arenate in una selva di ritardi e mancate risposte. La CGIL da tempo ha chiesto un incontro all’assessore alle Politiche sociali per chiedere delucidazioni, sollecitare risposte e proporre soluzioni, ma ad oggi il silenzio delle istituzioni è assordante. Per questo ci prepariamo ad alzare l’asticella delle contestazioni pretendendo risposte e soluzioni per le tante persone che delle strade catanesi ne hanno fatto dimora nonostante il Palazzo di Città sembra non essersene accorto”.