Francesca Ferro: «Teatro Mobile propone un teatro vicino ai gusti del pubblico moderno»

Riparte la nuova stagione del Teatro Mobile di Francesca Ferro e Francesco Maria Attardi, un cartellone ricco di spettacoli e noti interpreti che calcheranno il palco portando in scena interessanti pièces  dal linguaggio contemporaneo. ll 23 novembre al Teatro Abc di Catania debutterà il primo spettacolo “La leggenda del pianista sull’oceano” una mise en scene della compagnia genovese Fondazione Garaventa.

 

 

Abbiamo incontrato Francesca Ferro, direttore artistico di Teatro Mobile, che ci ha parlato della nuova stagione e dell’intento di Teatro Mobile quello di riavvicinare i giovani al teatro.

Teatro mobile, mi colpisce l’accostamento dei due termini la staticità di un luogo sacro dell’arte e il movimento che ha da sempre caratterizzato gli artisti. La scelta del nome racchiude lo scopo del vostro progetto?

«Le compagnie erano nomadi pronte sempre a spostarsi, io credo che il teatro sia qualcosa di vivo quindi non può star fermo e diventare statico perché muore. Tutto ciò che è fluido è in grado di rigenerarsi, da qui nasce il concetto del nostro Teatro Mobile, vogliamo che il teatro riacquisti vivacità, che abbia una sferzata di vitalità e gioventù soprattuto nei testi e anche nelle forze lavoro».

Quello che offrite al pubblico catanese è un nuovo linguaggio, una sorta di sperimentazione teatrale? 

«Il nostro non è un vero teatro di sperimentazione perché quello è più ostico e risulta difficile per i non addetti ai lavori, noi invece cerchiamo di fare un teatro che si avvicini ai gusti delle persone moderne, che conoscono un linguaggio veloce e dinamico condizionato dal web, dalla tv e dal cinema. Proponiamo dei testi nei quali le persone possono rivedersi, soprattutto i ragazzi che spesso evitano il teatro perché credono di annoiarsi».

La stagione si inaugura con lo spettacolo “La leggenda del pianista sull’oceano” tratto dal libro di Baricco, di cui è stata fatta anche una bellissima trasposizione cinematografica da Tornatore, sul palco vedremo gli attori della Fondazione Garaventa. 

«Si, sono una compagnia di ragazzi formati al Teatro Stabile di Genova che sforna sempre attori di altissima qualità. La trama è quella del romanzo “Novecento” di Baricco, la storia di questo pianista appassiona e coinvolge ogni genere di pubblico, dai più piccoli agli anziani. In scena ci saranno anche dei musicisti jazz tra i quali un bravissimo bambino».

Guardando il vostro cartellone mi ha incuriosito lo spettacolo in programma “Sogno di una notte a Bicocca”. Può essere inteso come un esempio concreto della varietà di linguaggi che voi usate, unire Shakespeare a un nuovo concetto contemporaneo?

«Certo, lo spettacolo nasce da una storia vera vissuta da me e il mio compagno nel carcere di Bicocca, abbiamo messo in scena “Sogno di una notte di mezza estate”, la famosa commedia di Shakespeare, però riscritta dai detenuti e interpretata da attori professionisti. Una nuova vita e un linguaggio diverso, per un’altissima opera drammaturgica. L’esperienza con i detenuti è stata davvero bella mi ha molto colpito, hanno conosciuto qualcosa di nobile e si solo lasciati conquistare dall’arte, portando nella loro vita momenti di bellezza e questo ci ha riempito di gioia e orgoglio».

 

 

 

Tanti nomi noti di virtuosi attori, Agostino Zumbo, Plinio Milazzo, Silvio Laviano e un atteso ritorno sul palco catanase la bravissima Fioretta Mari.

«Lei con Catania ha molto a che fare perché si è formata artisticamente qui sul palco insieme a mio padre Turi Ferro, poi si è spostata, è andata fuori, e adesso ritorna per portare in scena uno spettacolo bellissimo, tratto dal libro di Ottavio Cappellani “Sicilian Comedi”. Cappellani è una delle penne più fantasiose che abbiamo in questo momento in Sicilia, i suoi scritti esilaranti rispecchiano poi perfettamente la nostra quotidianità, sarà uno spettacolo davvero imperdibile».

di Agnese Maugeri