Accorpamento CamCom Ragusa da evitare per salvaguardare l’economia iblea

Autorevole parere degli ex presidenti e commissari dell'ente ragusano

Camera di Commercio Ragusa

Riccardo Roccella, Francesco Pitino, Giuseppe Cascone, Sebastiano Gurrieri, e Sebastiano D’Angelo, già presidenti e commissari della Camera di Commercio di Ragusa, si sono incontrati per esprimere il loro parere sul tema dell’accorpamento o meno della CCIAA di Ragusa con quelle di Siracusa e Catania.

Nel comunicato che hanno elaborato, al termine della riunione, “desiderano anzitutto precisare che non intendono inserirsi nella intricata questione sulla quale sembrano prevalere schermaglie politiche se non tattiche di potere più che ragionamenti di merito”.

“La motivazione che ha suggerito tale incontro – dicono – scaturisce dall’aver appreso che recentemente il Consiglio Camerale della Camera di Commercio di Ragusa, lo scorso 23 marzo 2017 ha votato, a maggioranza dei consiglieri presenti, una delibera con la quale ha espresso la volontà a mantenere l’accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa”.

“Allo stato attuale – precisano – la decisione rimane sospesa essendovi, da una parte il pronunciamento del Consiglio camerale di Ragusa dello scorso 23 marzo, che ribadisce la volontà di mantenere l’accorpamento e dall’altra la comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico di avvio del procedimento di revoca di tale accorpamento. Infatti, in data 15 marzo 2017, il Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico informa le Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa nonché il Presidente della Regione Siciliana e l’Assessore Regionale delle Attività Produttive della Regione Siciliana, che è stato avviato il procedimento di revoca del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 25 settembre 2015 istitutivo della nuova Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia Orientale”.

Il comunicato così continua:

“Tra le motivazioni riportate nella missiva del Direttore Generale del Ministero è sottolineato che “Il processo di accorpamento è stato, però, segnato, fino dal primo momento, da gravi criticità cui hanno fatto seguito diversi contenziosi amministrativi e penali, attualmente in corso…“

Ancora si legge come il Ministero, “tenuto conto delle criticità che hanno generato una situazione di rilevante conflittualità e di grave incertezza che stanno caratterizzando il processo di accorpamento… e al fine di garantire la piena e indiscussa volontà di tutti i soggetti interessati a voler concludere il processo di accorpamento ritiene che il medesimo processo di accorpamento debba essere ripensato… e la cui prosecuzione, allo stato, non appare più opportuna”.

In attesa, quindi che gli Organi competenti, Unioncamere compresa, assumano la loro decisione, gli ex presidenti e commissari sostengono che “per la salvaguardia dell’economia iblea è fondamentale evitare l’accorpamento della CCIAA di Ragusa basandosi, sulle motivazioni di cui alla lettera e) dell’art. 3 del Decreto Legislativo 25 novembre 2016 n. 219, che prevede la “possibilità di mantenere le Camere di Commercio… nei territori montani delle regioni insulari privi di adeguate infrastrutture e collegamenti pubblici stradali e ferroviari, nei soli casi di comprovata rispondenza a criteri di efficienza e di equilibrio economico”.

E osservano.

Di fatto la Camera di Commercio di Ragusa serve un interessante bacino produttivo che prevalentemente si sviluppa in un territorio montano che da sempre ha patito la mancanza e l’insufficienza di collegamenti al suo interno e soprattutto nei confronti del resto dell’isola e della penisola italiana.

Da quarant’anni si attende il raddoppio della Ragusa-Catania e, sebbene siano state espletate tutte le procedure per avviare i lavori, ancora tutto è fermo; non esiste alcun tratto di autostrada né ferrovia elettrificata e quello che rimane del vecchio sistema ferroviario è quasi del tutto scomparso. Le nostre imprese, di conseguenza, sono state fortemente penalizzate e tuttavia hanno saputo non solo sopravvivere ma anche espandersi grazie all’alta qualità umana e professionale.

Dal canto suo la Camera di Commercio le ha agevolate e le ha sostenute con il risultato di aver contribuito a creare un modello produttivo che è stato ritenuto tra i più avanzati della Sicilia, in linea con quelli più attrezzati di alcune evolute regioni italiane. E’ proprio questo il momento per privarle di quell’Ente che ha sempre operato per dare loro sostegno, incoraggiamento, impulso e valido supporto?

L’accorpamento che trasferisce tutto a Catania è considerato come un definitivo abbandono: la cancellazione di un’altra importante istituzione dopo quella dell’ASI e della Provincia Regionale che spezza in via definitiva il rapporto tra il corpo socio-economico del territorio e le istituzioni facendo precipitare tutti in uno stato di irrecuperabile emarginazione!

E così osservano.

Alla luce delle suddette premesse, ci sembrano opportune alcune brevi considerazioni:

  1. La volontà unanime favorevole all’accorpamento, espressa dalle tre Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa, non esiste più perché messa in discussione dalla delibera di revoca adottata dal Consiglio camerale di Siracusa;
  2. La delibera di accorpamento della Camera di Commercio di Catania è stata adottata dal suo Commissario Governativo che certamente non può definirsi un legittimo rappresentante degli interessi d’impresa, degli operatori della provincia di Catania;
  3. Il Consiglio Camerale di Ragusa, che aveva votato all’unanimità l’accorpamento, in occasione della recente delibera di conferma della suddetta volontà, la stessa è stata adottata con il voto di 22 consiglieri su 26 (4 consiglieri risultavano assenti) con il seguente esito: voti favorevoli 13, contrari 6, astenuti 3; in sostanza soltanto la metà dei componenti il Consiglio Camerale che risultano in carica ha votato la riconferma della delibera favorevole all’accorpamento;
  4. Appare utile ed opportuno riavviare un confronto costruttivo sulle motivazioni che suggeriscono l’utilità dell’accorpamento e sulle altre che, invece, invocano la necessità che il nostro sistema delle imprese ragusane non venga privato della sua fantastica autonomia socio-economica che ha sempre prodotto importanti risultati di crescita dell’intero sistema produttivo;
  5. Diventa indispensabile valutare in maniera attuale il significato patrimoniale che il nostro territorio può esprimere, in considerazione delle importanti capacità infrastrutturali attraverso le quali, in prospettiva, comincia ad avviarsi un serio processo di crescita socioeconomica della provincia iblea;
  6. Risulta di notevole interesse verificare e valutare ulteriori certezze di tutela delle consolidate iniziative camerali a favore della diffusa economia del territorio e delle capacità economicofinanziarie della Camera di Commercio ragusana.

E concludono.

Infine, siamo certi di poter auspicare, nel nostro territorio provinciale, un diffuso buonsenso politico ed istituzionale che ci consenta di evitare pericolose sirene che oggi potrebbero ammaliare ma che sarebbero destinate a rivelarsi foriere di dannose nonché irrimediabili condizioni non più riparabili.

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