Micalizzi denuncia Crocetta per l’affaire CamCom SudEst

Camera di commercio di Catania
La Camera di commercio di Catania

Un esposto denuncia nei confronti del presidente della Regione Rosario Crocetta per l’affaire CamCom Sudest è stato presentato ieri (18 gennaio 2017) da Alfio Fabio Micalizzi, presidente regionale di Consitalia (associazione di consumatori) e presidente della Federazione armatori siciliani.

La denuncia, che ha per oggetto un’integrazione al procedimento penale 6971\2014, è stata indirizzata alla Procura della Repubblica di Catania, alla Procura della Repubblica di Palermo, al Procuratore della Repubblica di Catania, al Presidente del Tribunale di Catania, al P.M. Valentina Grosso e al Questore di Catania.

La denuncia riprende ed integra quanto già diverse associazioni e sindacati avevano esposto in incontri con la stampa circa le procedure adottate dal presidente della regione, tramite i commissari ad acta da lui nominati, ed infine con il decreto di nomina dei consiglieri della mega camera di commercio che accorpa Catania, Siracusa e Ragusa del 30 dicembre 2016.

Micalizzi, aveva già presentato ricorso avverso i provvedimenti dei commissari straordinari che si sono succeduti alla Camera di commercio di Catania, nonché diffide tramite l’avv. Francesco Silluzio, legale dell’associazione.

Alfio Fabio Micalizzi
Alfio Fabio Micalizzi

Nella denuncia vengono esposte, con citazione di articoli di leggi e regolamenti regionali, le irregolarità che sarebbero state commesse dai commissari ad acta, circa la composizione degli elenchi delle varie associazioni e organizzazioni datoriali che avrebbero concorso all’assegnazione dei seggi del consiglio camerale. L’accertamento a campione eseguito non avrebbe tenuto conto, malgrado le denunce, proprio della ripetuta presenza degli stessi nomi in più liste. Peraltro (come pubblicato da HashtagSicilia in un precedente articolo) alcune imprese e aziende non appartenevano e non sapevano neanche di essere iscritte in tali liste.

Non si è mai compreso – innanzitutto –  il perché non sono mai stati sostituiti i Consiglieri camerali entro i termini previsti ex lege e si è preferito nominare un Commissario ad acta, addirittura aumentandone sempre più i poteri.

Per esempio, una decisione come quella relativa all’accorpamento delle Camere di Commercio avrebbe dovuto essere di sola ed esclusiva valutazione del Consiglio camerale e dei suoi Organi in quanto incide sia sulla vita del Consiglio stesso, sia sul territorio di Catania.

Così continua la denuncia:

“Il Commissario ad acta pur avendo ricevuto numerose segnalazioni, denunce e impugnativa dei propri atti circa le illegittimità che stavano connotando il suo agire, ha completato il proprio lavoro in spregio a tutto ciò; così, dopo avere aperto, in seduta riservata, i plichi contenenti la documentazione presentata dai candidati, ha proceduto all’estrazione degli iscritti alle Organizzazioni ed alle Associazioni concorrenti per i controlli a campione, che sono poi stati effettuati secondo modalità del tutto illegittime”.

Successivamente, il Commissario ad acta ha trasmesso i risultati dei controlli svolti e le risultanze dell’istruttoria all’Assessorato delle Attività Produttive della Regione Siciliana. Quest’ultimo, a seguito di tale attività svolta dal Commissario, ha adottato il Decreto 1854/7/2016 (impugnato innanzi a TAR Catania), con il quale sono state individuate le Associazioni ed Organizzazioni legittimate a designare i componenti della nuova Camera di Commercio ed il numero dei componenti a ciascuna spettante.

A seguito di tali provvedimenti la Camera di Commercio di Siracusa, con delibera del 17.6.2016, ha revocato la propria decisione di aderire alla nuova Camera di Commercio. Circostanza, questa, che non potrà non produrre effetti rilevantissimi sulla costituzione di tale nuovo Ente.

Il decreto assessoriale n. 1854/7 impugnato, conseguenza diretta dei provvedimenti impugnati con il ricorso madre, non prevede l’assegnazione di alcun seggio ai settori “servizi alla persona” e “commercio estero” e “pesca”; individua le organizzazioni e le associazioni chiamate a designare i componenti del consiglio camerale, nonché il numero dei componenti a ciascuna spettante, in conformità all’esito dei controlli e dei calcoli effettuati sulla base delle modalità individuate dal Commissario con i provvedimenti originariamente impugnati e che secondo diverse organizzazioni e associazioni sono illegittime.

Ciò che veniva impugnato era proprio il mancato inserimento del settore “pesca” nel nuovo Consiglio: in base al comma 2 dell’articolo 10 della legge regionale 29/95 ed al comma 2 dell’articolo 1 della legge regionale 4/2010 la pesca ha diritto ad una autonoma rappresentanza. La scelta del commissario di accorpare pesca e agricoltura ha, quindi, illegittimamente modificato la composizione del consiglio.

Infatti dai calcoli effettuati, si evince chiaramente che, se fosse stata rispettata la norma di legge riguardo il settore pesca, il consiglio risultante sarebbe stato composto da 4 seggi per l’agricoltura ed un seggio per la pesca, mentre il turismo avrebbe ottenuto un solo seggio, anziché due.

Va evidenziato come tutti i commissari ad acta nominati per l’accorpamento delle altre Camere di commercio siciliane e cioè Palermo-Enna e Caltanissetta-Agrigento-Trapani, abbiano in fase di accorpamento, doverosamente recepito sia le indicazioni pervenute dal MISE sia le indicazioni di UNIONCAMERE.

Così, a firma del Commissario ad acta della Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Agrigento, Caltanissetta e Trapani, dott. Guido Barcellona, si attribuisce un seggio al settore “pesca”.

Similmente il Commissario ad acta della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Palermo ed Enna, dott. Vincenzo Genco, attribuisce ben 2 seggi al settore dei “servizi alla persona” ).

Diverso risulta l’operato del Commissario ad acta dell’istituenda Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia orientale. Il MISE gli ha chiesto di fornire “urgenti elementi, a seguito di segnalazioni di anomalie nella procedura di costituzione della camera di commercio”.

Alfio Fabio Micalizzi chiede all’autorità giudiziaria di acquisire gli elenchi delle imprese associate presentati dalle organizzazioni concorrenti, nonché tutti gli atti istruttori e/o interlocutori relativi all’esclusione delle imprese appartenenti alle stesse, oltre ai provvedimenti contenenti i dati trasmessi all’Assessorato a seguito dei controlli al 100% sulla base dei quali è stato predisposto il decreto impugnato.

Micalizzi segnala infine che “malgrado il “Corriere della Sera” avesse evidenziato che oltre 17.000 imprese erano state iscritte a loro insaputa ad associazioni, che tutto era stato denunciato con lettere ed esposti inviati al Ministero competente e al Presidente della Regione Sicilia, quest’ultimo sembra non aver prestato attenzione a tale vicenda che ha dato vita alla fusione illegittima delle tre Camere di commercio e che ne ha falsato la relativa composizione”.

Micalizzi, quindi, “denuncia e querela i soggetti responsabili dei fatti sopra denunciati, il Presidente della Regione Sicilia e gli ulteriori soggetti responsabili per omissioni d’atti d’ufficio ed abuso d’ufficio per la violazione palese delle norme citate , per l’esclusione del settore pesca previsto come rappresentante ex lege, per la mancata nomina dei sostituti dei Consiglieri camerali di Catania, per il mancato ottemperamento a ben due decisioni del TAR Catania e del CGARS”.