Crocetta e la campagna elettorale perpetua in Rai dagli “amici” Giletti e Davi

Nessun resoconto sulle promesse mancate del governatore: solo spot e compiacimento

Massimo Giletti
Massimo Giletti

Ormai è divenuto un appuntamento fisso della domenica. Come le lasagne a pranzo o come “Tutto il calcio minuto per minuto” alla radio. Stiamo parlando dello show del presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta nella tribuna “nazional – popolare” dell’Arena condotta da Massimo Giletti su Rai1.

A seguito delle polemiche della scorsa settimana – con il presidente dell’Ars Ardizzone che si è scagliato contro Giletti – Crocetta ha preso la palla al balzo per un’altra comparsata televisiva sguazzando nel terreno che gli è più congeniale e che ricorda l’avvio della scorsa campagna elettorale: l’antipolitica e l’anticasta sospinte da uno spirito che oscilla tra la demagogia e l’antimafia di maniera.

Un mix che sembra confezionato su misura sul presidente della Regione che in studio pare avere un’ottima spalla: il deus ex machina della trasmissione Klaus Davi. Chi è Davi? All’anagrafe Sergio Klaus Mariotti è un “mass mediologo” e ha dal 1994 una società di comunicazione che ha seguito anche diversi enti pubblici tra cui le Regioni Piemonte, Emilia Romagna, Lazio ma anche il Comune di Gela nel 2003 collaborando attivamente con l’allora sindaco Rosario Crocetta.

sito Klaus Davi. Gela
Dal sito www.klausdavi.com

Come si legge testualmente sul sito di Klaus Davi è stato operato un “consolidamento del brand Comune di Gela attraverso una comunicazione che ne ha valorizzato i “punti di forza” e ha reso noto l’impegno a favore della legalità e del “rinascimento” della città del suo primo cittadino, Rosario Crocetta. Una collaborazione che ha dato risultati di straordinario impatto e che ha portato il Comune di Gela e il suo Sindaco a rinnovare negli anni la fiducia alla Klaus Davi & Co”.

Wikipedia, Klaus Davi - Crocetta
Dalla pagina di Wikipedia su Klaus Davi

Da lì infatti iniziò a imporsi mediaticamente l’immagine di Saro da Gela: il sindaco antimafia e rivoluzionario. Lo stesso Saro che nel 2012 vinse le elezioni divenendo presidente della Regione e che, adesso, cerca di lanciare una nuova offensiva alla poltrona di Palazzo d’Orlèans appannato da quasi cinque anni di governo.

In questo salotto di amici la trasmissione sembra “cucita” su Crocetta che – seppur velatamente pungolato da Davi – ne esce sempre come il “solito” rivoluzionario senza macchia. Anche oggi nessuna domanda sul “fatturato” amministrativo di Crocetta: tutto si è concentrato prima sui vitalizi e poi su disabili gravissimi lasciati senza assistenza.

Non è mai colpa di Crocetta però. E’ sempre colpa degli altri: “Gli assessori che ho nominato – ha detto il presidente – non hanno controllato e non hanno fatto il loro dovere sui disabili”. Giletti, a questo punto, poteva anche intervenire per ricordargli che quegli assessori li ha nominati lui e che ne ha cambiati quasi 50 in pochi anni.

Lo stesso Giletti, poi, apre una parentesi dedicata ad Antonio Fiumefreddo (difeso a spada tratta da Crocetta) che dopo le “denunce” fatte riguardanti Riscossione Sicilia “teme per la propria vita”.

“C’è un sistema, un grumo, che da sempre tutela trasversalmente il potere dell’Isola – ha scritto Fiumefreddo su Facebook -. Scardinare questo sistema è un dovere. Lo dobbiamo ai cittadini normali che rispettano la legge e che chiedono giustizia ed uguaglianza.
La solitudine di queste ore mi rafforza nel proposito ed insieme mi spaventa. Ora temo seriamente per la mia incolumità”.

Poi il conduttore dell’Arena ha anche tirato le orecchie ad Ardizzone dicendo che “al termine della trasmissione sarà il presidente dell’Ars a dover chiedere scusa ai siciliani”.

Il tema è la mancanza di una legge per tagliare i vitalizi dati agli ex deputati e Crocetta “a gran voce” ha chiesto di fare una legge per decurtare i 18 milioni di vitalizi siciliani.

“Chiedo ad Ardizzone di fare questa legge – ha chiosato Giletti – piuttosto che buttare soldi dei siciliani per querelarmi in modo inutile”.

Poi anche sui disabili Crocetta si erge a paladino snocciolando alcuni dati emersi dopo i controlli effettuati sugli elenchi: in alcuni casi – come Giarre – il numero delle domande di disabilità è aumentato del 3.500%.

“Ho accettato il confronto con ‘Piffi’ – ha concluso il presidente – dopo che l’assessore alla Famiglia non aveva ricevuto i disabili. Esistono disabili gravissimi, gravi e meno gravi. Aver messo tutto in un elenco è un errore e aver aumentato la platea di chi poteva ricevere assistenza ha tolto diritti a chi ne aveva bisogno”.

Solo che il sindaco del comune etneo, intervenuto in collegamento, ha corretto l’informazione dando i dati veri: si è passati da un paio di disabili gravissimi ad una sessantina, dopo che proprio la regione aveva diramato delle direttive che modificavano ed ampliavano quella platea che Crocetta aveva stigmatizzato. Una percentuale, dunque, che trae in inganno visto che Giarre aveva seguito esattamente le direttive regionali. Il paesino etneo, tra l’altro, serve un intero comprensorio.

Così si è conclusa un’altra domenica di campagna elettorale mentre la Sicilia in questi ultimi 4 anni e mezzo non ha visto la “rivoluzione” promessa da Saro da Gela. Ma questo, evidentemente, non fa share.