Rifiuti, Arcidiacono lancia l’allarme: “Differenziata ferma all’8% ma l’isola ecologica di Nesima resta chiusa”

L’isola ecologica di Nesima, ristrutturata due volte e abbandonata, è un po’ il luogo simbolo di quel che non va nella raccolta dei rifiuti a Catania: negli ultimi sei mesi l’unico risultato è stato perdere 3 punti percentuali nella differenziata, e di aumentare di ben 11 milioni di chili la quantità di rifiuti totale. Una gestione fallimentare”. Lo afferma Sebastiano Arcidiacono, vicepresidente vicario del consiglio comunale di Catania. Negli ultimi giorni Arcidiacono è entrato in forte polemica con l’amministrazione guidata da Enzo Bianco, che ha avviato un servizio di raccolta dei rifiuti in città con una gara-ponte. Servizio che durerà 106 giorni (prorogabili), ma che il consigliere giudica antieconomico per i cittadini.

In attesa di una nuova gara per l’affidamento per i prossimi sette anni del servizio di raccolta in città, Arcidiacono ha presentato in consiglio comunale una serie di dati relativamente al servizio di raccolta, provenienti direttamente dalla Direzione Ecologia del Comune. “Prendendo in considerazione il periodo tra ottobre 2016 e marzo 2017 – spiega Arcidiacono – vediamo come l’area comunale gestita con il porta a porta sia rimasta ferma all’8 per cento di differenziata, l’area gestita da Oikos ha avuto un calo dal 16 al 7 per cento, e in generale la raccolta in città di differenziata è diminuita dal 13 al 10 per cento. Tutto questo mentre i rifiuti aumentano a causa dei pendolari che preferiscono buttare i rifiuti a Catania piuttosto che nei propri paesi dove vige il porta a porta: siamo passati da 155 mila tonnellate a 166 mila”.

Alla base del pessimo andamento della differenziata secondo Arcidiacono ci sarebbero quindi “problemi di analisi del territorio, considerato che non ci sono impianti di compostaggio nei dintorni della città che possano soddisfare la produzione di rifiuti. Non a caso la prima gara per il nuovo appalto settennale è andata deserta, perché la gestione della raccolta così diventerebbe antieconomica. E a farne le spese sono ovviamente i cittadini, che si vedrebbero aumentare le tariffe”.

Arcidiacono propone anche delle soluzioni: “Sull’isola ecologica di Nesima nel 2014 il consiglio comunale ha messo a disposizione 400mila euro per avviare il recupero. Si trattava di una opportunità che non è stata colta dall’amministrazione, così come non ha preso in considerazione la proposta di istituire gli ispettori ambientali, figure che funzionano già a Salerno ad esempio. ovvero liberi cittadini che sorvegliano la situazione del conferimento dei rifiuti evitando fenomeni come il pendolarismo, con un apposito regolamento. Le isole ecologiche di San Nullo e Picanello funzionano bene, ma in città ce ne vorrebbero vorrebbero molte più isole ecologiche, visto anche il fallimento del porta a porta nell’area sperimentale”, conclude il vicepresidente del consiglio comunale di Catania.