La qualità meglio della quantità: la realtà scientifica sfata il business del seriologico quantitativo

CATANIA – Dopo il vaccino anticovid o dopo aver contratto l’infezione, è una corsa nei laboratori di analisi per conoscere quanti anticorpi abbiamo nel nostro corpo: come se, la quantità, avesse un valore assoluto per capire come comportarsi, cosa fare, quanto sentirsi sicuri.

La quantità, però, non sempre è la soluzione: a volte, come in questo caso, serve seguire la qualità. Si, proprio la qualità degli anticorpi, così come ci dice il dottor Cristian Fioriglio, biologo e tossicologo forense. 

“Siamo tutti entrati in un vortice di errata convinzione che erroneamente ci fa pensare che la garanzia a essere immuni, o più immuni rispetto ad un altra persona al COVID-19, si stabilisce valutando il parametro quantitativo delle IgG contro Sars CoV-2”, ci dice il dottor Fioriglio.

“Solitamente il cosiddetto Sierologico Quantitativo, ormai parametro di comune conoscenza, si ottiene recandosi nei laboratori di analisi cliniche, e con un campione di sangue ottenuto da un semplice prelievo venoso si valuta quantitativamente il numero m, appunto il quantitativo dì anticorpi IgG e IgM contro SARS CoV-2 presenti nel proprio organismo: ma quanto questo è indispensabile conoscerlo?”, si chiede il dottor Fioriglio.

“Il fatto che un soggetto presenta una quantità di IgG 10 o più volte la soglia minima per essere positivo, non significa che sia più immune o abbia garantita maggiore protezione al COVID rispetto a chi abbia un valore ad esempio pari al minimo utile per essere solo positivo alle IgG del COVID. Infatti, il nostro sistema immunitario presenta una memoria immunologica sufficientemente utile a proteggere nella stragrande maggioranza dei casi dalle infezioni eventuali da covid. Condizione che si manifesta ad esempio quando si è stati o affetti da covid o successivamente alla doppia somministrazione del vaccino.
Nel nostro sistema immunitario esistono particolari tipi di cellule B e T, dette appunto cellule della memoria, che sono in grado di annidarsi all’interno del nostro midollo osseo e restare in una sorta di quiescenza. Le stesse sono sempre pronte a risvegliarsi e a svolgere le loro funzioni qualora il virus, ad esempio il covid, verso cui sono programmate, dovesse reinfettare il nostro organismo. Le cellule B produrranno anticorpi (IgG) contro SARS-CoV-2, che saranno rilasciati nel sangue, tra cui i famosi anticorpi neutralizzanti contro la proteina Spike, mentre le cellule T produrranno anticorpi (IgG) specifiche contro il SARS-CoV-2 e saranno in grado di perlustrare tutto il nostro corpo alla ricerca di cellule infettate dal virus, che dovranno essere quindi eliminate. Pertanto non è necessario sapere quanti anticorpi IgG possiede il nostro organismo bensì sapere che si è POSITIVI alle IgG”, aggiunge il dottor Fioriglio.

Ma allora cosa bisogna fare?

“Tutto questo consente a chiunque di richiedere l’analisi qualitativa delle IgG (con metodica in chemiluminescenza) contro SARS CoV-2 in laboratorio ed è un esame molto economico, può costare all’incirca 10 euro”.