I Malavoglia: l’onestà sconfitta da Natura ed uomini

Enrico Guarneri e Guglielmo Ferro
Enrico Guarneri e Guglielmo Ferro

Al teatro ABC, di Catania, per la stagione intitolata al grande Turi Ferro, sono andati in scena “I Malavoglia” di Giovanni Verga, per la regia di Guglielmo Ferro, con Enrico Guarneri nella parte di padron ‘Ntoni.

Siamo ad Acitrezza. E’ quì, tra mare e terra, che si susseguono i tragici avvenimenti che segnarono la vita della famiglia Toscano che, ad onta dei sacrifici, dell’impegno nel lavoro, della rettitudine morale, non riescono ad uscire fuori dalla miseria. Dai compaesani vengono chiamati i Malavoglia.

La morte in mare presso Capo Mulini del figlio Bastianazzo mentre trasporta un carico di lupini, quella in guerra di Luca, un altro figlio, non consentono ai Malavoglia di riprendersi anche percé cadono nella mani di strozzini e sensali senza pietà che li costringono a vendere la casa del nespolo e la loro imbarcazione, la provvidenza.

Un destino avverso che non lascia margini di speranza ai protagonisti è il filo conduttore di questa operazione teatratìle che viene raccontata da Guglielmo Ferro con grande intensità e tensione: Enrico Guarneri lotta, non si arrende, fino all’ultimo respiro. ed anche se è un vinto per le avversità materiali, è un gigante dal punto di vista morale: vuole pagare i suoi debiti, riacquistare la casa, contesta la condotta del nipote ‘Ntoni che non persegue la retta via. Sarà Alessi, diventato adulto, a coronare il suo sogno ed a risollevare i Malavoglia.

Tutta la compagnia, con una misurata ma efficace recitazione, rende avvinti gli spettatori senza un attimo di pausa. Ileana Rigano (Maruzza), Rosario Minardi (‘Ntoni), Francesca Ferro (Mena), Nadia De Luca (Lia), Rosario Marco Amato (Bastianazzo), Gianni Sinatra (Luca), fanno rivivere la famiglia Toscano-Malavoglia con grande adesione al progetto registico che li vede agire su una zattera, impotenti, alla balìa del mare e della Natura. Pietro Barbaro e Vincenzo Volo, nei loro ruoli odiosi di strozzino e sensale, conseguono lo stesso obiettivo delle banche di oggi che ai debitori sequestrano case e aziende.

Ma è efficace il contributo di Vitalba Andrea (donna Grazia), Mario Opinato (don Michele), Giovanni Arezzo (Alfio Mosca), Giovanni Fontanarosa (padron Fortunato Cipolla), Ciccio Abela (don Gianmaria), Verdiana Barbagallo (Nunziata), Salvo Patania (Menico), Alessandro Giordano (Brasi Cipolla) e del piccolo Gianmaria Aprile (Alessi).

Numerosi gli applausi tra una scena e l’altra e prolungati alla fine.