Le voci dei cooperatori all’Assemblea Regionale: “Ecco perché abbiamo scelto di restare in Sicilia”

    PALERMO – Idee, proposte, testimonianze. La voce di un mondo, quello della cooperazione siciliana, che pur dibattendosi ogni giorno tra mille difficoltà non perde la volontà e la speranza di costruire qui il proprio futuro. Sono state proprio le voci dei cooperatori il momento più intenso dell’Assemblea regionale di Confcooperative Sicilia svoltasi ieri a Palermo. Un momento di dibattito proseguito nel pomeriggio con la discussione ai tavoli tematici, in cui i cooperatori hanno potuto raccontare e confrontarsi sul presente da affrontare e sul futuro da costruire. 

    Un confronto iniziato con il sorriso, grazie all’intervento di Gianni Nanfa, artista e membro della cooperativa “Avia” di Palermo.  “Circa duemila anni fa accadde in Sicilia una cosa particolare – ha raccontato l’artista – Un vecchio e un ragazzino giravano per l’isola insieme ad un mulo. Il ragazzino era a dorso del mulo e il vecchio a piedi. Gli abitanti di un paese trovarono strano che l’anziano camminasse e il ragazzino riposasse, così i due si invertirono. Ma gli abitanti del paese successivo trovarono strana anche questa soluzione, così anche il vecchio scese e proseguirono a piedi insieme al mulo. Gli abitanti dell’ultimo paese, vedendoli camminare insieme alla bestia, li presero per scemi perché nessuno ne approfittava”.

    Un umorismo intelligente, quello di Nanfa, che ricorda come ad ascoltare troppo gli altri si finisca per non concludere nulla di buono. La via maestra, sopratutto nel mondo della cooperazione, è piuttosto quella di una condivisione intelligente, quella sì fertile e creativa: “Grazie al relativismo finiamo per avere troppe opinioni, che è come non averne nessuna. La condivisione, specialmente quando si tratta di cooperazione e di economia, è fondamentale. Insieme si sta meglio”, ha concluso l’artista.

    A portare la sua testimonianza anche Antonella Di Donato, della cooperativa “I Mancuso” di Messina. “Quello di restare in Sicilia non è solo il tema della giornata ma riguarda le vite di tutti noi – ha detto Antonella, che con la sorella ha recuperato l’attività del nonno – Se siamo qui è perché abbiamo fatto questa scelta, con le nostre società cooperative, una scelta che permette di portare la nostra terra anche agli altri, parlo sopratutto del settore del turismo. E’ questo che deve darci la motivazione per cercare di fare la differenza – ha concluso Di Donato – con le nostre società senza cedere alla tentazione di lamentarci solamente. Occorre avere coraggio perché ci sono tante difficoltà, ma è proprio questo che può fare la differenza”.

    Ad intervenire anche Alessandro La Grassa, della cooperativa sociale “CRESM” di Trapani. “Noi siamo arrivati alla cooperazione dopo quarant’anni di vita come associazione –  ha raccontato La Grassa – è un mondo nei cui intenti ci siamo ritrovati perfettamente. Crediamo nella cooperazione come motore di sviluppo locale, attraverso l’impiego dei beni confiscati, come l’esempio di Verbumcaudo che ha coinvolto l’intero mondo di Confcooperative, a partire dalle persone che si sono prestate gratuitamente a formare gli undici giovani delle Madonie che hanno avviato il progetto. Altre sfide riguardano il mondo dello sviluppo locale e la formazione, senza cui tutte queste iniziative non sarebbero possibili”.

    E’ il turno di Claudio Guzzetta, della cooperativa “Biocampi” di Catania. “L’idea di andarsene dalla Sicilia ti viene quando percorri le nostre autostrade – ha ammeso Guzzetta – quando si resta imbrigliati nella sanità, quando si deve cercare di costruire un futuro per i nostri ragazzi. E tuttavia la Sicilia è una bella terra, ha una grande storia, importanti tradizioni e valori. Per questo alcuni di noi anni hanno scelto di mettersi a lavorare insieme, nell’agricoltura, scegliendo la coltivazione dello zafferano e delle bacche di goji. Vogliamo abitare in questa terra, ma dobbiamo cambiare mentalità, altrimenti non possiamo aspettarci nulla da nessuno. Dobbiamo differenziarci quanto più possibile, e non rassegnarci di fronte a tutte le vergogne che subiamo – ha concluso Guzzetta – Se facciamo questo, forse, i nostri figli ci seguiranno e non dovranno più andarsene”.

    Last but not least la testimonianza di Alessandro Feligioni, della cooperativa “La Musa”: “Noi siamo una società di ingegneria cooperativa – ha detto Feligioni – Cooperativa perché ne condividiamo i valori di base, la responsabilità, l’uguaglianza, la solidarietà. Perché in Sicilia? Perché si può fare. Attraverso strumenti come la collaborazione professionale, il dialogo interdisciplinare e il trasferimento di conoscenze con altre società del Centro e del Nord, grazie agli strumenti digitali, essere in Sicilia non è assolutamente un problema”.