I lettori segnalano, anche con foto, due esempi di sosta vietata e pericolosa e soprattutto di maleducazione di automobilisti catanesi.
Il primo documento “immortala” un pullman turistico che non riesce a svoltare per piazza Verga e raggiungere l’albergo Mercure, ex Excelsior. Le auto parcheggiate in prossimità dell’incrocio, sia a destra che a sinistra, impediscono la manovra. In pochi minuti il traffico proveniente da via Ventimiglia è rimasto paralizzato. A nulla è valso il ricorso al suono dei clacson.
I proprietari, dopo aver posteggiato, hanno raggiunto, probabilmente il vicino palazzo di giustizia, oppure la pretura o qualsiasi altro studio privato o negozio delle vicinanze. E’ un esempio soprattutto della maleducazione e del menefreghismo di una buona parte degli automobilisti catanesi.
Nessuna ombra per diversi minuti di dipendenti di Sostare (sempre presenti in piazza) oppure di un vigile urbano (di solito di stanza davanti al palazzo di giustizia), i quali, certamente, non possono trasformarsi in educatori, ma, quantomeno, sanzionare in modo esemplare l’infrazione al codice della strada.
La seconda foto, apparentemente “innocua”, certifica il posizionamento di un’auto esattamente all’uscita della metropolitana alla fermata Stesicoro al corso Sicilia. Accanto a lei, in seconda fila, un’altra senza conducente a bordo.
Certo, ancora Catania non fa registrare folle straripanti di passeggeri, ma immaginatevi un’emergenza, sempre possibile, con la conseguente necessità di evacuare la stazione, e trovarsi davanti all’uscita un’auto che ostruisce il deflusso. Peraltro la vettura era posteggiata sulle strisce pedonali.
Attenzione, nella zona la sosta in seconda fila, al corso Sicilia, in prossimità di incroci, perfino nella parte della piazzetta retrostante il monumento a Vincenzo Bellini, è ormai considerata una consuetudine. I vigili urbani vi sono, all’angolo con via Etnea ed anche a sorvegliare che la fiera di Catania non straripi anche in corso Sicilia.
Ovviamente non sono sufficienti. Ed anche quì non possono trasformarsi in educatori. Resta la grande maleducazione degli automobilisti. Signor sindaco, dobbiamo rassegnarci?
