Antoci: bene il colpo alle cosche dei Nebrodi, ora la certificazione antimafia

Nebrodi, patto di legalità. Giuseppe Antoci
Giuseppe Antoci firma il patto di legalità

“Un “duro colpo” quello assestato a importanti cosche mafiose di Bronte e Cesarò, sui Nebrodi, dove i carabinieri del Ros, coordinati dalla Dda di Catania, hanno eseguito 9 fermi e decapitato i due clan”. Così Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, ha commentato l’operazione della Dda di Catania che ha arrestato esponenti della mafia dei pascoli sui Nebrodi.

Antoci, che era scampato a maggio scorso a un agguato, così ha aggiunto: “Apprendo che tutto questo è collegato agli effetti scaturiti dal Protocollo di legalità”. Sono contento che il percorso di legalità e sviluppo che stiamo portando avanti continua e che stiamo liberando la Sicilia da un malaffare che durava da anni e che toglieva dignità agli agricoltori ed allevatori onesti”.

Il testo rende obbligatoria la certificazione antimafia per l’accesso ai contributi per l’agricoltura dell’Unione europea. Secondo le indagini della Dda di Catania, la mafia dei Nebrodi avrebbe costretto allevatori e contadini a cedere i terreni di loro proprietà per potere cosi’ accedere ai contributi aggirando le regole restrittive.

Il 23 febbraio Antoci sarà a Roma alla Camera per la presentazione della legge che di fatto, spiega, “allarga il protocollo di legalità a tutta l’Italia facendolo definitivamente diventare Legge dello Stato. Questa è l’antimafia dei risultati che trova credibilità nel lavoro e nella condivisione dei più alti valori della Legalità”.