9 dipendenti di Riscossione Sicilia indagati per agevolazioni illecite a deputati Ars

Nove dipendenti di Riscossione Sicilia, tra agenti, funzionari e dirigenti, in servizio presso la sede di Catania della società, sono accusati di aver agevolato tre deputati regionali all’Ars, che avevano debiti col fisco, tramite la cancellazione di un fermo amministrativo e la chiusura illecita di procedure esecutive di pignoramento. L’avviso di conclusione delle indagini della procura della Repubblica di Catania, coordinate dal pm Fabio Regolo, contesta agli indagati il reato di abuso d’ufficio in concorso e continuato, ipotizzando un danno erariale di quasi 390 mila euro.

Gli indagati sono i dirigenti Gaetano Romano e Antonella Anello, l’operatore Giovanni Musmeci, gli agenti Maria Letizia Idonea, Ermanno Sorce, Maria Letizia Sapuppo, Salvatore Torrisi, Maria Grazia Furnari e Giuseppa Giarratana.

 

L’indagine sulla società pubblica che si occupa di recupero all’evasione ha avuto origine in seguito agli esposti presentati dall’amministratore unico di Riscossione Sicilia, l’avvocato Antonio Fiumefreddo, che ha denunciato presunte agevolazioni illecite da parte del personale della società nei confronti di politici debitori nei confronti del fisco.

“La conclusione delle indagini da parte della procura di Catania, che ha individuato specifiche condotte di abuso d’ufficio in capo a dirigenti e dipendenti di Riscossione Sicilia, conferma che avevo ragione a denunciare le ingiustizie scoperte a vantaggio di alcuni deputati regionali” – commenta Antonio Fiumefreddo, il quale ringraziando il procuratore Zuccaro per l’attenzione dedicata ai reati contro la pubblica amministrazione, sottolinea che “le indagini confermano che non ci sono più zone franche per nessuno. La sporcizia va denunciata e le cose vanno cambiate se si vuole bene a questa terra. E proprio come servizio dovuto ai cittadini va intesa l’azione di uguaglianza, pulizia e giustizia che stiamo portando avanti con Riscossione Sicilia”.

I parlamentari regionali che sarebbero stati favoriti dai nove indagati sono Nello Musumeci, leader del movimento “Diventerà Bellissima”, Nino D’Asero, capogruppo del Ncd all’Ars e Raffaele Nicotra, deputato regionale del PD. Musumeci e D’Asero avrebbero ottenuto la chiusura di procedure esecutive di pignoramento presso terzi, mentre Nicotra sarebbe stato favorito con la cancellazione di un fermo amministrativo di un veicolo e con la chiusura di una procedura esecutiva di un pignoramento immobiliare, il tutto pur essendo ancora debitori nei confronti del fisco.

Si schiera con Fiumefreddo anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta. “Non rimuoverò mai Fiumefreddo da Riscossione Sicilia, – afferma Crocetta – continueremo la battaglia contro sprechi e privilegi e ciò nonostante due giorni fa alcuni capigruppo dell’Assemblea mi abbiano chiesto come mai continuassi a tenere l’avvocato alla guida della società pubblica alla luce degli attacchi che fa alla classe politica. L’inchiesta di Catania dimostra che le sue denunce non sono parole al vento”.