Intervista alla pittrice Lorenza Pasquali a cura di Gioia Lomasti

Lorenza Pasquali vive a Milano, dopo le scuole superiori ha frequentato col massimo dei voti l’Ateneo 3A di arti Grafiche, ha lavorato in pubblicità e in seguito disegnato tessuti e foulard per l’industria della seta di Como. Ha poi iniziato a lavorare nel campo della moda e delle calzature di lusso a Parigi, Dusseldorf, Roma e Milano continuando a disegnare nel tempo libero. Nel 2010 si è dedicata completamente all’acquerello che è sempre stata la sua tecnica preferita. Ha studiato con Gabriella Musajo Somma, Lucia Bottini e Franca Tessera. Le location dove sono state esposte le sue mostre: 2012 Galleria Tigulliana, Santa Margherita Ligure – 2013 Certosa di Garegnano, Milano – 2013 Galleria Velasquez, Milano – 2013 palazzo comunale Baggio, Milano – 2014/2015/2016 maggio e novembre  il Palanchino, antiquariato, Via Zuara, Milano – 2017 Boutique Romana Busani via Garian, Milano – 2018 galleria la Fenice, piazza del Popolo, Arona – 2018 aprile  e novembre Boutique Romana Busani via Garian,  Milano – 2019 Spazio arte Tolomeo, Via Ampere, Milano – 2019 il Palanchino, antiquariato, Via Zuara, Milano.

A che età nasce l’interesse alla pittura e come si è concretizzata?

Non saprei dire quale fu il vero inizio. I miei genitori disegnavano entrambi bene; la mamma da bimba vinse il primo premio in un concorso scolastico nazionale di disegno ed io, che assomiglio a lei, ho sempre usato pastelli e colori. Crescendo dipingevo quadretti per le amiche e per me stessa. Negli anni 60 non potevi scegliere che studi intraprendere e il liceo artistico era considerato luogo di perdizione, così mi obbligarono a fare le magistrali, ma appena compiuti diciotto anni pretesi di fare l’ateneo di grafica pubblicitaria.

Lavorai per un po’ nella pubblicità, ma quando ebbi occasione di occuparmi di moda ne fui felice perché continuai a disegnare: foulard per l’industria della seta e poi modelli per calzature dirigendo negozi di articoli di lusso.  Credo che mi abbia aiutato a capire l’estetica in generale e abbia migliorato la mia visione dei colori e della composizione. Sono convinta che quando faccio autocritica per il mio lavoro di acquerellista, esca il senso estetico, che mi ha fatto scegliere e ordinare collezioni per tanti anni.

Quali tonalità ama manifestare attraverso le sue opere?

La tonalità di colore, che spesso uso è la gamma del viola, ma come tutti i pittori ho periodi diversi in cui sento di più una tinta di altre: dipende dall’‘umore e dalla stagione perché l’atmosfera, la temperatura e l’ambiente influiscono molto sulla mia ispirazione. In ogni caso cerco con colori allegri di dare allo spettatore emozioni o perlomeno serenità che sono i sentimenti che mi sembrano fondamentali per affrontare la vita.

Perché ha scelto di utilizzare l’acquerello come elemento cardine nel processo di lavorazione?

L’acquerello fu amore a prima vista da quando ragazzina vedevo la raccolta di quadri in casa di mio zio. La trasparenza, la leggerezza, la libertà espressiva, giocare con acqua e colore mi ha sempre affascinato. All’ateneo di grafica pubblicitaria sperimentai parecchie tecniche pittoriche: tempera, pastelli, matita, sanguigna. Poi quando decisi di approfondire l’uso dell’acquerello m’iscrissi ai corsi di artisti esperti e la mia prima esperienza fu un acquerello molto tradizionale: un disegno che poi veniva riempito a velature trasparenti. La voglia di novità mi spinse a cercare un percorso mio personale di evoluzione che probabilmente non finirà mai. La ricerca è continua e fa parte del mio carattere che vuole guardare sempre avanti. Non voglio fare una fedele imitazione del soggetto, ma una mia personale interpretazione staccandomi dai vincoli accademici.

Può evidenziare soggetti o collocazioni temporali che ha abbozzato per esprimerli attraverso un dipinto?

Dopo un viaggio nel circolo polare artico non riuscivo a smettere di dipingere aurore boreali e paesaggi delle Lofoten. Sono rimasta affascinata da questo cielo che di notte si colora di verde, giallo, rosso e si muove velocemente come se queste luci fossero fantasmi in un film di Ghost Buster. Non immaginavo che un paese così freddo potesse piacermi tanto, fu come un sogno. Purtroppo anche il Covid ha influito sulla mia ispirazione e, a parte Milano deserta, ho dipinto una serie di nudi che nonostante i colori allegri erano in pose tristi o rabbiose. Le mie barche a vela invece sono il ricordo di quanto amavo il mare e veleggiare con una bella bolina stretta. In genere cerco di non farmi troppo influenzare dal mio umore, ma è inevitabile ed è una splendida valvola di sfogo per il mio animo.

Cosa la porta a realizzare opere ispirate alla sua Milano?

Io amo Milano per la sua bellezza architettonica, per i suoi viali, ma soprattutto mi piace la sua vitalità, la laboriosità e il rinnovamento continuo. Inoltre i suoi tram sono meravigliosi, mi sembra di essere in vacanza quando salgo su un vecchio tram… Il Duomo è il vero centro e cuore della città da cui parte quella via Dante che crea quello che il milanese chiama il cannocchiale perché va diritta verso il Castello Sforzesco e poi all’Arco della pace.

So che a molti la città non piace: caos, inquinamento, rumore, stress. Invece io vedo molta vita, velocità, allegria, frenesia, eccitazione di essere nel posto che si evolve e cambia e offre mille opportunità. Mi piace il nervosismo calvinista dei milanesi che cercano di fare tutto in fretta e bene. Insomma una città pulsante di novità e ricca di emozione.

Può parlarci delle sue prossime collaborazioni?

Sto collaborando con una casa editrice per un libro per turisti che vogliano visitare Milano seguendo i miei acquerelli sulla città che amo.

A suo parere cosa rappresentano l’arte e la moda nel panorama italiano?

L’arte, la moda, il salone del mobile, l’industria calzaturiera e automobilistica sono vari aspetti della stessa faccia: inventiva, operosità, senso del bello, buon gusto e amore per l’esteticaNoi siamo italiani e, per quanti difetti ci possono attribuire, siamo stati e ancora siamo la culla dell’arte. Nessun paese al mondo ha una tale quantità di bellezze artistiche di ogni epoca. Noi siamo un paese che incarna culture diverse da nord a sud, ma tutte interessanti e nascere e crescere in questo paese splendido anche geograficamente ci porta ad avere un senso del bello che e’ quasi innato. Così la moda e l’arte sono una forma spontanea di estetica che dobbiamo continuare a far crescere anche come risorsa economica.

Creare arte attraverso incantevoli opere visive, quali emozioni scaturisce nell’estro del suo ideatore? Cosa vuole infondere al suo spettatore?

Io dipingo per la felicità e il desiderio di riempire un nuovo foglio bianco. Dipingo la nuova ispirazione, sperimentare un’intuizione e condividere il risultato, anche se l’approvazione degli altri è uno stimolante fantastico del quale però è talvolta bene diffidare, per non diventare ripetitivo per compiacere il gusto altrui.

Probabilmente per essere artisti non bastano talento e passione, né la continua ricerca o l’impegno.

Io cerco di comunicare il mio desiderio di vita e serenità, addirittura allegria in taluni momenti, come quando durante il lockdown dipingevo boschi fioriti e natura rigogliosa, o con le mie immagini di Milano freneticamente ricca di persone indaffarate.