Mentre a Catania sbarcano i morti ancora polemiche politiche su Ong

bare di migranti non identificati

La nave ‘Prudence’ della Ong Medici Senza Frontiere ha sbarcato al porto di Catania i corpi senza vita di sei migranti, cinque donne e un uomo, recuperati in mare al largo delle coste libiche.

E mentre a Catania sbarcano i morti che si aggiungono a quelli dei mesi e degli anni passati, continuano le polemiche politiche di destra e sinistra assieme agli attestati di serietà e competenza per il procuratore Carmelo Zuccaro.

Franco Gabrielli, capo della polizia: “Per vent’anni ho fatto il poliziotto e sono stato educato alla scuola per la quale si ragiona sulle fonti di prova, i fatti, è un po’ meno sulle libere considerazioni. Posso spezzare una lancia nei confronti del Procuratore di Catania, che non ha bisogno delle mie lance spezzate, per ricordare che è persona molto seria e molto equilibrata. Sono fiducioso che all’esito delle attività che porrà in essere, su questo argomento ci sarà più chiarezza per tutti”.

Emma Bonino, ex ministro degli Esteri: “Il vero problema non sono le Ong, ma quello dell’accoglienza e dell’integrazione. Il soccorso in mare è un dovere. Tutta questa vicenda che vede coinvolte le Ong serve solo a non affrontare con serietà le vere problematiche, che non hanno soluzioni semplici, come la stabilizzazione politica della Libia”.

Luigi Manconi , presidente della commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato: “Sono due mesi che viene messa sotto accusa l’idea stessa di soccorso, di salvataggio di vite umane. La posta in gioco è quella stessa del soccorso degli esseri umani. Si tratta di un vero e proprio conflitto ideologico che mira a colpire l’idea stessa di soccorso, sfigurandola e introducendo sospetti di male nelle attività di soccorso. Si è arrivati addirittura a parlare di ‘soccorso non autorizzato’ o di ‘corridoi umanitari non regolamentati’. Concetti non traducibili in una fattispecie penale”.

Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia: “Oggi Fratelli d’Italia è davanti al Palazzo di Giustizia di Catania per rinnovare la vicinanza al procuratore Zuccaro. Noi siamo dalla sua parte e ribadiamo la nostra richiesta al Governo, al Csm e a tutte le più alte cariche dello Stato che finora lo hanno attaccato: chiedete scusa ad un magistrato coraggioso come Zuccaro e dategli tutti gli strumenti che chiede per fare chiarezza sui rapporti Ong-scafisti. Basta con le ambiguità: lo Stato sia al fianco di Zuccaro e pretenda la verità”.