Lomonte (Siciliani Liberi): “In Sicilia impresa soffocata da fisco, burocrazia e favori ai grandi gruppi”

Ciro Lomonte. Siciliani Liberi
Ciro Lomonte, Siciliani Liberi. Foto Facebook

Sulla retata di martedì 28 febbraio al quartiere Zen di Palermo, che ha portato all’arresto di 24 persone facenti parte di un’associazione specializzata nel traffico di stupefacenti è intervenuto con un post sulla sua pagina Facebook il candidato sindaco di Palermo del Movimento Siciliani Liberi, Ciro Lomonte:

Zen Palermo
Foto Google Maps

“La retata allo ZEN è rivelatrice di molte cose. Intanto il fatto che questo traffico sia stato fatto al di fuori di Cosa Nostra testimonia che la mafia non ha nulla di eterno o di immortale e che ormai il problema della delinquenza a Palermo è simile, nel bene e nel male, a quello di qualunque altra città al mondo”,  commenta l’architetto Lomonte, che poi lancia una provocazione: “Ma poi colpisce l’efficienza aziendale delle organizzazioni malavitose: libri contabili perfetti, turni di lavoro di 8 ore, organizzazione aziendale ben collaudata, margini di profitto sostenuti. Se non si trattasse di un’attività illecita, fondata sulla distruzione di esseri umani, sarebbe un ‘caso aziendale’ di eccellenza.

È come se i Siciliani laddove lasciati liberi dalla rapacità di fisco, burocrazia e dalla stessa mafia, si mostrassero un popolo industrioso. Il punto è che l’unico spazio oggi libero per l’iniziativa privata è quello del malaffare, naturalmente da stroncare”.

Di fronte a questa capacità innata di “industriarsi” dei siciliani, “Come si può fare a indirizzare verso il bene queste energie, sempre rivolte al male, ma pur presenti?”.

“Secondo noi ci sono due strade, – spiega Lomonte – una riguarda la Sicilia tutta. Lo Stato e la Regione devono lasciare ‘libera’ l’iniziativa privata lecita senza soffocarla con fisco, burocrazia e favori ai soli grandi gruppi. Siamo sicuri che i siciliani, che sono molto più industriosi di quello che si pensa, si autoimpiegherebbero da soli. La voglia di lavorare non manca, è però semplicemente impossibile fare impresa.

“La seconda è che certi ambienti urbani sembrano progettati per far prosperare solo il malaffare”,  continua il candidato sindaco. “Il ‘cittadino del Borgo S. Filippo Neri’ che abbiamo in mente, dopo la rigenerazione urbana dello ZEN, non avrà più nulla a che fare con questa gentaglia che offre solo la perdita della propria dignità e una vita fuori dalle legge e dalle regole. Ricostruire le case di Palermo, gli spazi, gli ambienti, dare a tutti i cittadini la ‘polis’ a soli 10 minuti a piedi, creerà nuovi cittadini, che tutto il mondo ci invidierà”.

“Si può spezzare questo circolo vizioso, basta volerlo. – conclude – La repressione è dovuta, ma da sola non potrà mai bastare, se non viene data ai ragazzi un’opportunità migliore di realizzare se stessi”.