Il Tar stoppa la decadenza dei sindaci senza bilancio

Il Tar di Palermo accoglie il ricorso di Ornella Trovato, sindaco di San Piero Patti

Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione

La giustizia amministrativa ha emesso una sentenza destinata a far discutere. Il Tar di Palermo ha infatti accolto il ricorso presentato dal sindaco di San Piero Patti, Ornella Trovato, contro la decadenza da primo cittadino a causa dell’art. 2 della legge regionale 6 votata all’Ars il 29 marzo scorso, che dispone, con effetto retroattivo, l’immediata decadenza dei sindaci e delle giunte in caso di mancata approvazione del bilancio da parte dei consigli comunali.

Una legge che ha portato alla sollevazione dei sindaci delle città isolane dopo che è stata prevista la decadenza per i rappresentanti delle città di San Piero Patti, Castiglione di Sicilia, Valdina, Monforte San Giorgio, Monterosso Almo, Calatafimi Segesta e Casteldaccia.

Solamente il primo cittadino di San Piero Patti aveva presentato ricorso al Tar, in quanto “la norma – si legge nel ricorso – viola i canoni di ragionevolezza, proporzionalità, certezza del diritto, economicità dell’azione amministrativa”.

“La recente approvazione dell’articolo 5 della Legge regionale 11 agosto 2016, n. 17, che al comma 2 bis, prevede, in caso di mancata approvazione dei documenti economici, oltre allo scioglimento del consiglio comunale, anche la decadenza del sindaco e della rispettiva giunta, è già diventata fonte di grave incertezza ed un elemento che mina la stabilità politica degli enti locali. Tale norma, infatti, sta avendo la responsabilità di trasformare il tema delle criticità finanziarie in tema politico oggetto di speculazione. In un contesto come quello siciliano, in cui sono oltre 200 i comuni che non hanno approvato il bilancio, la vicenda è particolarmente esplosiva e rischia di creare ulteriori disagi nella gestione degli enti locali e rispetto all’erogazione dei servizi ai cittadini. Oggi gli amministratori locali non possono più restare immobili ed aspettare miracoli, ma devono fare il possibile per evitare che le problematiche dei comuni e delle province siano gravemente sottovalutate”.

Con questa nota dell‘Anci Sicilia i sindaci avevano sottolineato le loro rimostranze nei confronti della norma regionale lamentando, inoltre, le progressive decurtazioni di fondi verso i Comuni.