“Profumo di donna” con Massimo Venturiello allo Stabile di Catania

profumo di donna locandina

Grande successo per Massimo Venturiello, attore tra i piu prestigiosi del panorama teatrale, impegnato in tournée nazionale come regista e mattatore di “Profumo di donna”, trasposizione scenica del celebre romanzo “Il buio e il miele” di Giovanni Arpino. Lo spettacolo, ospite della stagione del Teatro Stabile di Catania, approda alla sala Verga dal 31 marzo al 9 aprile 2017.

L’adattamento è firmato da Pino Tierno, mentre l’allestimento – una produzione “Società per attori” – può contare sulle musiche di Germano Mazzocchetti, le scene e i costumi di Alessandro Chiti e Sabrina Chiocchio.

Accanto al protagonista, agiscono in scena (in ordine alfabetico) Irma Ciaramella, Camillo Grassi, Andrea Monno, Claudia Portale, Sara Scotto Di Luzio, Franco Silvestri. La voce dei brani cantati è di un’artista del calibro di Tosca.

Il plot, già soggetto di due diverse versioni cinematografiche con Vittorio Gassman e Al Pacino, narra di un capitano in pensione, rimasto cieco a causa di un’esplosione accidentale. L’uomo decide di recarsi da Torino a Napoli da un amico, anch’egli non vedente; ad accompagnarlo sarà un giovane soldato in permesso premio. Tra vessazioni e rimproveri, toccherà a lui scortare il bizzarro capitano, che si rivelerà un uomo dalla personalità poliedrica. I due partono in treno: la prima tappa è Genova, scelta dal capitano per passare alcune ore con una prostituta. Seconda tappa Roma, dove il capitano parla con un cugino prete della sua condizione fisica e, per ultimo, Napoli. Qui il capitano viene corteggiato da una giovane donna perdutamente innamorata di lui, ma egli ne sembra infastidito.

La vera ragione del viaggio, e dell’incontro con l’amico non vedente, giungerà inaspettata e sorprendente solo alla fine: in quel momento il capitano si renderà conto che non può rifiutare l’aiuto e le attenzioni della donna che lo ama.

Massimo Venturiello apre le sue note di regia con una celebre citazione: «Ora che abbiamo i mezzi per spaziare, per comunicare con tutti, ci siamo chiusi in noi stessi, siamo diventati cinici e disumani…», così dice Charlie Chaplin nel discorso finale de “Il grande dittatore”, esplicitando una grave contraddizione.

“Viviamo quotidianamente il paradosso di un’epoca – prosegue Venturiello – in cui la globalizzazione ci spinge sempre di più verso l’isolamento e l’anonimato.
Ecco perché mi sono innamorato del romanzo di Giovanni Arpino “Il buio e il miele”, e ho deciso di portarlo in scena. Questo romanzo è sicuramente l’emblema della solitudine moderna, della disillusione esistenziale che inevitabilmente conduce al cinismo e alla perdita di umanità e che assume, nella figura del protagonista Fausto, una dimensione cosmica, spingendolo verso un crinale in cui si è smarrito “il profumo della vita”, la disperazione si confonde con l’ironia e il sarcasmo e la tragedia diventa persino comica, esilarante, proprio come è tragica e comica la condizione umana”.