A Siracusa in mostra sarcofagi, una mummia e restauri in diretta

L'evento, inaugurato a marzo, ha diverse particolarità. "È la prima volta che arrivano dei sarcofagi egizi in Sicilia", spiega Teodoro Auricchio, presidente dell’istituto europeo di Restauro. I visitatori potranno anche assistere al lavoro degli esperti su questi esempi di arte funeraria di inestimabile valore

Mostra sarcofagi Siracusa
Foto di "La porta dei sacerdoti" su Facebook

Una mostra “con tante particolarità e alcuni messaggi che intende lanciare al pubblico. Dal 9 marzo ha preso il via a SiracusaLa porta dei sacerdoti – I sarcofagi di Deir el-Bahari“. Un’esposizione da record, come spiega Teodoro Auricchio, presidente dell’istituto europeo di Restauro. “Innanzitutto è la prima volta che arrivano dei sarcofagi egizi in Sicilia – afferma – E poi si tratta di sarcofagi importanti: è la collezione dei Musées Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles“.

Mostra sarcofagi Siracusa 2017
Esperti al lavoro sui reperti – Foto di “La porta dei sacerdoti” su Facebook

Nel sito archeologico a pochi chilometri da Luxor furono trovati in un’unica tomba i sarcofagi di sacerdoti e sacerdotesse di Amon della XXI dinastia, oltre a innumerevoli esempi di arte funeraria, molti dei quali oggi esposti nella città aretusea. La scoperta di Deir el-Bahari ha rappresentato “un evento importantissimo“, racconta Auricchio. “Quando fu individuato il sito, per paura dei saccheggi dei tombaroli, fu svuotato rapidamente e non furono fatti i rilievi necessari“. Adesso si è formata una piattaforma internazionale che coinvolge esperti di enormi realtà come il Louvre, il British museum e i musei Vaticani allo studio su queste preziose testimonianze. Fa parte dell’allestimento all’interno della galleria civica Montevergini un laboratorio scientifico che permette ai visitatori di assistere in diretta ai restauri. Una innovazione tecnologicamente all’avanguardia, che è valsa ai suoi ideatori anche un riconoscimento nel campo museale.

L’evento, inserito nel programma delle celebrazioni per il 2750° anniversario della fondazione della città di Siracusa, ha un ulteriore record: “È la prima volta che il museo reale del Belgio esporta l’intera collezione“, sottolinea l’esperto. “Abbiamo chiesto anche una mummia, così da far capire quale fosse l’arte funeraria dell’antico Egitto“.

“La porta dei sacerdoti” ha richiesto uno sforzo organizzativo non indifferente, già a partire dallo spostamento dei reperti. “Hanno viaggiato via terra su camion speciali, destinati al trasporto di opere d’arte, accompagnati dai conservatori e dai restauratori del museo“, spiega Teodoro Auricchio. Poi via mare da Genova a Palermo per giungere infine a Ortigia. “La volontà, anche dal territorio, di poter realizzare una mostra di eccellenza è stata davvero grande“, precisa l’esperto.

Mostra sarcofagi Siracusa
Foto di “La porta dei sacerdoti” su Facebook

Al pubblico viene dunque consegnata “una mostra interattiva – continua – Grazie alla guida del restauratore capisce come si lavora, quali sono le nuove tecnologie, come è fatto un sarcofago“. E, inoltre, attraverso tirocini con l’università di Catania e associazioni locali sono coinvolti moltissimi studenti. “Eccetto la mummia e il sottoscritto, il resto sono tutti giovani“, scherza Auricchio. “Stiamo dimostrando che se diamo delle opportunità, questi ragazzi sanno fare e sanno fare bene“.

Quello che sarà aperto fino a novembre “non è un evento statico, solo per vedere i sarcofagi“. L’obiettivo secondario è “che la mostra si leghi al territorio – dice il presidente dell’istituto – Siamo sostenuti da alcuni sponsor e abbiamo chiesto loro di intervenire con eventi collaterali e facciamo rete per creare collaborazione anche con gli altri siti di Siracusa“.

E poi c’è l’elemento finale: il pubblico. “Vogliamo dimostrare che, se creiamo dei musei a misura d’uomo, con iniziative rivolte ai bambini, ci si sente coinvolti“, sostiene Teodoro Auricchio. “Bisogna avere l’opportunità di stare in un ambiente museale attrezzato non solo per vedere l’opera, ma per farla vivere con il pubblico – prosegue – Una nuova maniera di fare cultura, un nuovo modo di concepire l’arte, che può essere un indotto economico importante“.

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