Aci Castello, Confcommercio: sì al provvedimento antipallone in piazza

Aci Castello, piazza castello
Aci Castello, piazza castello

L’ordinanza del sindaco di Aci Castello, Filippo Drago, che disciplina l’utilizzo delle piazze vietando il gioco a palla, ha animato, in questi giorni, un fitto dibattito. Adesso, dopo la provocazione di alcuni ragazzi che hanno disputato una partita di calcio virtuale, senza pallone, scende in campo, è proprio il caso di dire, la locale Confcommercio a sostegno del provvedimento sindacale.

“Siamo testimoni da decenni – commenta Orazio Laudani presidente di Confcommercio Aci Castello – di ciò che succedeva ad opera di decine di ragazzi che, ogni ora, praticavano il calcio, o sport con palla, nelle nostre piazze. La situazione era diventata, già da molto tempo, insostenibile ed incontrollabile. Dagli schiamazzi alle liti, al disturbo degli avventori dei locali di somministrazione era diventato veramente difficile passare momenti rilassanti nelle piazze castellesi. Ricevere una inaspettata, quanto sgradita, pallonata in faccia era diventata la prassi”.

“Il provvedimento del sindaco – aggiunge Laudani – sarà impopolare ma rende giustizia alla necessità di garantire la fruizione delle nostre piazze in modo sereno, senza ritrovarsi una pallonata, appunto, in volto stando seduti su una panchina o al tavolo di un bar intanto che si consuma un pasto od un gelato”.

“Anche i residenti, in verità, – prosegue – si lamentavano per gli schiamazzi che inevitabilmente si generano durante le partitelle di calcio, ancorché fatte in piazza. Capitava anche, in alcune piccole piazze del centro, che i passanti erano costretti a camminare sulla strada perché negli spazi pedonali era in corso la partitella al pallone. Non mi pare che questa situazione possa essere tollerata e gestita in nessun comune, specie se ha vocazione turistica”.

Orazio Laudani, pres. ristoratori Aci Castello
Orazio Laudani, presidente di Confcommercio Aci Castello

“Peraltro,– precisa – faccio notare che ordinanze di questo tenore sono presenti in altri comuni proprio a vocazione turistica. E’ una questione di rispetto altrui”.

“Vero è, invece, – conclude – che bisogna individuare luoghi pubblici di aggregazione finalizzate alla pratica di sport o di altre manifestazioni spontanee del tempo libero”.