Chirurgia, da open a mininvasiva: universitari e ospedalieri a confronto

Simposio chirurgia università

“La chirurgia italiana all’estero, anche alla luce degli importanti contatti a livello internazionale, è molto ben apprezzata così come il gruppo chirurgico catanese che da sempre è rispondente alle necessità del territorio grazie anche all’ottimo rapporto tra i chirurghi universitari e ospedalieri”.

Il rettore dell’Università di Catania Francesco Basile, ordinario di Chirurgia generale, stamattina ha aperto con queste parole, allo Sheraton Hotel di Aci Castello, il 1° Joint Symposium on Surgical Education dal titolo “Training, Teaching, Tricks for Surgery”.

Un evento incentrato prevalentemente sulla formazione su cui il prof. Basile è intervenuto sottolineando che “occorre rivedere il ruolo dei Policlinici universitari e degli ospedali in cui si svolge formazione che non possono essere gestiti come le altre strutture in cui si svolge solo attività ospedaliera”.

“Occorre un protocollo d’intesa tra la Regione Siciliana e gli atenei siciliani sulla formazione e in campo nazionale occorre delineare le linee guida uniche per tutte le regioni” ha aggiunto il rettore.

Sulle nuove tecniche chirurgiche il prof. Basile ha evidenziato che il passaggio tra le tecniche di intervento da open a mininvasiva ha aperto un ampio dibattito tra i chirurghi”.

Prof. Francesco Basile
Prof. Francesco Basile

“Anche nel campo della formazione, in questa fase storica con l’avvento delle tecniche mininvasive, si sono registrate delle difficoltà soprattutto nell’insegnamento delle giuste direttive tra l’applicazione delle tecniche open e mininvasive anche perché non ci sono linee guida chiare – ha concluso il prof. Basile -, occorre quindi trovare un giusto compromesso nella formazione dei giovani anche perché i chirurghi “vecchi” sono ormai in via di estinzione e ritengo non opportuno far scomparire del tutto le tradizionali tecniche chirurgiche”.

Un tema su cui si è soffermato anche il presidente dell’American College of Surgeons (Italy Chapter), prof. Gaetano La Greca, che ha evidenziato come “la formazione nella chirurgia sia cruciale per lo sviluppo di qualsiasi Paese, ma è altrettanto chiaro che vi sia una notevole confusione tra i giovani che cercano di trovare la strada migliore per la loro formazione”.

“L’evento di oggi vuole consentire ai giovani di fare chiarezza principalmente sulle parole chiave «Training», «Teaching», «Tricks for Surgery», ovvero i passi cruciali di qualsiasi atto chirurgico perché solo con la conoscenza dei trucchi e degli errori si può raggiungere quell’optimum, il vero obiettivo di ciascun chirurgo – ha aggiunto il prof. La Greca -. E’ evidente che la selezione dei docenti di materie chirurgiche e pratiche deve partire dalle capacità individuali e tecniche e non dalle capacità teoriche. In questo contesto l’American College of Surgeons, le altre società e l’università con le sue scuole di specializzazione in Chirurgia dell’apparato digerente e in Chirurgia generale vuole cercare di implementare l’attività formativa specifica delle discipline chirurgiche. Dobbiamo migliorare il sistema di formazione dei chirurghi in Italia e la pratica chirurgica con l’analisi delle opportunità, percorsi e metodologie della formazione dei chirurghi favorendo l’aggiornamento reale dei chirurghi”.

Passi necessari anche per evitare la fuga di cervelli all’estero.

“In Sicilia ci sono diverse eccellenze nelle varie branche della chirurgia, ma l’organizzazione è deficitaria e la formazione è un po’ a macchia di leopardo generando confusione nei giovani – spiega il prof. La Greca -, spesso capita che in un centro si svolge un’ottima formazione con specializzandi che già al secondo o al terzo anno di specializzazione eseguono interventi, ma non è così in altri posti. Anche il sistema di reclutamento a quiz degli specializzandi va rivisto perché capita che un giovane bravo e preparato finisca per doversi trasferire fuori Catania con una perdita per il nostro territorio”.

Simposio chirurgia pubblico

Un argomento su cui il prof. Stefano Puleo dell’Università di Catania e presidente della Società Italiana Ricerche in Chirurgia è intervenuto promuovendo l’azione “dell’Ateneo di Catania impegnato sempre più nel reclutamento di giovani e validi ricercatori al fine di evitare fughe di cervelli che testimoniano comunque l’eccellenza della formazione a Catania”.

Nel corso del convegno si è discusso di modelli e metodologie del training in chirurgia, argomenti generali inclusivi della chirurgia mininvasiva, laparoscopica e della robotica in chirurgia.

Su quest’ultimo aspetto il direttore generale dell’azienda ospedaliera-universitaria “Policlinico” Salvatore Paolo Cantaro ha lanciato la proposta di realizzare al Policlinico un “Centro di formazione in chirurgia Robotica per tutto il Mezzogiorno d’Italia visto che già dispone delle sale operatorie attrezzate”. Cantaro, inoltre, ha anche evidenziato la necessità di “rivedere e modificare la Rete ospedaliera sanitaria regionale che attualmente penalizza i Policlinici universitari, una questione su cui i tre rettori siciliani si sono già mossi”.

A seguire sono intervenuti il prof. Antonio Biondi in qualità di vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Catania, il prof. Antonio Di Cataldo dell’American College of Surgeons (Italian Governor) e il prof. Giovanni Trombatore, presidente della Società Siciliana di Chirurgia.

La lectio magistralis dal titolo “The future of surgical training and teaching” è stata affidata al presidente eletto dell’Acs, la prof.ssa Barbara Lee Bass (Executive Director, Houston Texas Methodist Institute for Technology, Innovation & Education e Weill Cornell Medical College).

Poi gli interventi del presidente della Società Italiana di Chirurgia prof. Marco Montorsi, rettore dell’Humanitas University di Milano e numerosi chirurghi che si sono soffermati su tecniche metodologiche e cliniche utili ai giovani colleghi per favorirne la formazione.