Settimana della cultura scientifica, porte aperte ai Laboratori del Sud

Anche quest'anno la struttura partecipa all'iniziativa indetta dal ministero dell'Istruzione; da lunedì 3 a domenica 9 aprile le porte dei laboratori saranno aperte a studenti e cittadini. "Sono tanti i catanesi che non sanno cosa succede qui", afferma il direttore Giacomo Cuttone

Laboratori nazionali del Sud
Laboratori nazionali del Sud

Fin quando ci saranno persone che dicono: ‘Non credevamo che a Catania o in Sicilia ci fosse qualcosa di simile‘, vuol dire che dobbiamo continuare a fare divulgazione“. Giacomo Cuttone è direttore dei Laboratori del Sud, una vera e propria perla tecnologica e scientifica a pochi passi dalla circonvallazione, in via Santa Sofia. “Eppure sono tanti i catanesi che non sanno cosa succede qui“, commenta. Anche quest’anno la struttura partecipa alla Settimana della cultura scientifica indetta dal ministero dell’Istruzione; da lunedì 3 a domenica 9 aprile le porte dei laboratori saranno aperte a studenti e cittadini.

Anche quest’anno partecipiamo alla Settimana. Da sempre abbiamo intrapreso un percorso su due binari – racconta Cuttone – Da un lato, abbiamo impostato un rapporto privilegiato con le scuole di tutta la Sicilia per far conoscere le attività che vengono fatte; dall’altro apriamo la struttura anche al pubblico, in particolare l’obbiettivo sono i residenti a Catania e provincia“. L’idea alla base è “far conoscere alla città come i Laboratori del Sud rappresentino un valore aggiunto per una città come la nostra“, spiega il docente.

Quando l’Istituto nazionale di fisica nucleare ha scelto la città etnea come sede per i Laboratori del Sud, negli anni Settanta, “lo ha fatto perché qui c’era un tessuto sociale, imprenditoriale e scientifico che l’ha contraddistinta“, sottolinea Giacomo Cuttone. Dopo 41 anni il bilancio è ancora attivo: “Ci sono indubbie ricadute per il territorio: occupazione, aziende di elevato contenuto tecnologico, un mercato migliore – elenca – E poi è una vetrina nazionale e internazionale, un modo per far conoscere anche la città“. Ogni anno, infatti, in via Santa Sofia “si alternano circa 500 ricercatori e il 40 per cento di loro sono stranieri“.

Ma qual è lo stato di salute della ricerca scientifica a Catania? “Secondo me l’insieme degli enti di ricerca che operano a Catania, assieme all’università, formano un parco scientifico e tecnologico che non ha pari in Italia e in Europa“, risponde il direttore del Lns. “Certo, soffriamo dei problemi che viviamo nel nostro paese nel campo dell’università – ammette Cuttone – Ma a Catania, grazie all’interdisciplinarietà sta emergendo un polo veramente d’eccellenza“. L’amara realtà è che “spesso non ne abbiamo coscienza“. Per questo motivo “servono eventi come la Settimana della cultura scientifica – conclude il docente con un pizzico di orgoglio – Dimostrano che in Sicilia e a Catania si fanno delle cose di livello“.