Per favorire il proprio referente politico il sindaco di Acireale è finito in carcere: corruzione e turbativa d’asta le accuse

ACIREALE – Per cercare voti a favore del suo referente politico – l’onorevole Nicola D’Agostino che però non è indagato – il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo ha usato metodi non certo leciti per i quali oggi è scattato l’arresto. A lui contestati i reati di corruzione e turbativa d’asta.

In particolare il Sindaco ha costretto un luogotenente della polizia municipale – Nicolò Urso – ad avviare dei controlli su piccoli imprenditori per spaventarli e per creare un collegamento in modo che per evitare la sanzione lo avrebbero cercato e il Barbagallo in cambio dei voti li avrebbe aiutati con la sanzione.
Un altro episodio riguarda la realizzazione dell’ampliamento del cimitero di Acireale: il responsabile della protezione civile del Comune di Acireale Salvatore Di Stefano firmava attestati di collaudo senza aver mai fatto nessuna verifica strutturale. Dalle indagini è emerso che i quattro verbali di sopralluogo sono tutti stati predisposti nel momento finale della stesura del collaudo dal referente in loco dell’impresa costruttrice, Salvatore Leonardi, con l’ausilio del consulente tecnico dell’impresa stessa, Angelo La Spina
Le indagini si sono soffermate anche su alcuni incarichi professionali relativi alla progettazione di impianti sportivi affidati illecitamente dai Comuni di Acireale di Malvagna (ME) al consulente locale del CONI – Anna Maria Sapienza, moglie dell’ex presidente del Cus Catania Luca Di Mauro – e a un ingegnere catanese – Ferdinando Garilli.